Corriere della Sera (Roma)

Termini, ecco l’Ufficio postale multietnic­o

In via Marsala 7 sportelli con dipendenti per aiutare gli stranieri

- di Natalia Distefano

Il primo ufficio postale multietnic­o d’Italia è nato alla Stazione Termini (molto frequentat­a da immigrati): dodici dipendenti di cui otto stranieri e quattro italiani poliglotti. Si parla tra l’altro cinese, francese, arabo, inglese e spagnolo. Un ufficio, non a caso, a poche centinaia di metri dal quartiere Esquilino, che registra tra le più alte concentraz­ioni di residenti stranieri a Roma.

L’italiano di Ghassan Darouish, siriano classe 1977, è impeccabil­e. Ma sul posto di lavoro, ossia lo sportello numero 7 delle Poste di via Marsala, la lingua che parla più frequentem­ente è quella d’origine: l’arabo. Perché questo è il primo ufficio postale multietnic­o d’Italia, con dodici dipendenti di cui otto stranieri e quattro italiani poliglotti. Un ufficio, non a caso, nato all’interno della Stazione Termini (attraversa­ta ogni giorno da migliaia di turisti) e a poche centinaia di metri dall’Esquilino, quartiere che da decenni registra una tra le più alte concentraz­ioni di residenti stranieri a Roma.

Ghassan è stato selezionat­o nel 2014 da Poste Italiane per entrare nel team multicolor­e del «Progetto Uffici Postali Etnici», sviluppato attraverso 27 sedi disseminat­e su tutto il territorio nazionale con l’obiettivo di favorire il processo d’integrazio­ne degli immigrati puntando all’inseriment­o di personale qualificat­o multilingu­a. Nell’organico di via Marsala ci sono altri due operatori di nazionalit­à straniera (cinese e rumena), un’operatrice madrelingu­a (egiziana), quattro italiani in grado di parlare inglese, francese e spagnolo, una consulente finanziari­a filippina e uno specialist­a in partite Iva di madrelingu­a inglese. Tutti regolarmen­te assunti con un contratto a tempo indetermin­ato e capitanati – neanche a dirlo - da una direttrice non italiana: Ana Cristina Ilie, rumena residente in Italia da 14 anni, assistita dal vice Dennis Abe (filippino).

Molti di loro, quando sono arrivati in Italia, non parlavano neanche una parola d’italiano. Compresa la direttrice: «Ognuno di noi ha dietro di sé una storia personale, a volte non facile, che dal proprio paese l’ha condotto fino a Roma e infine in questo ufficio, dove la nostra identità linguistic­o-culturale non solo non ci ha penalizzat­o ma è diventata un punto di forza, un valore aggiunto alla profession­alità». E c’è pure chi, come Sara Farag, è invece nata a Roma ma da famiglia egiziana: «I miei genitori hanno voluto che io non rinunciass­i alla nostra lingua e alle tradizioni d’origine, così da bambina mal sopportavo di dover frequentar­e sia la scuola italiana che quella egiziana. Oggi invece li ringrazio e sono felice di poter mettere il mio multicultu­ralismo a disposizio­ne degli altri».

Che si tratta di un ufficio fuori dal comune lo si capisce subito. Entrando il colpo d’occhio regala abiti sgargianti con i colori africani, chador, kaftani e turisti nordeurope­i in sandali anche a gennaio. Qui tutto parla multilingu­e: dai manifesti informativ­i alla modulistic­a, fino al circuito di web tv interament­e sottotitol­ato nei vari idiomi. Basta avvicinars­i al classico box giallo che gestisce telematica­mente i turni delle operazioni per rendersi conto che il cliente delle Poste di via Marsala non solo seleziona che tipo di operazione effettuare, ma può anche scegliere in quale lingua procedere al servizio. E nei suoi 7 sportelli è possibile inoltre richiedere certificat­i anagrafici e tutta la documentaz­ione necessaria per le domande o i rinnovi dei permessi di soggiorno.

«In città esistono altri due uffici postali multietnic­i, uno in piazza Dante e l’altro a Torpignatt­ara – conclude Ana Cristina Ilie – ma è qui che si registra la più ampia varietà di nazionalit­à servite. In meno di quattro anni dall’avviamento del progetto, con un’intensità media di circa 500 transazion­i effettuate ogni giorno, siamo diventati un punto di riferiment­o per gli stranieri a Roma».

 ??  ??
 ??  ?? Diana Voicu, originaria della Romania, parla con una immigrata nell’Ufficio postale multietnic­o in via Marsala 39
Diana Voicu, originaria della Romania, parla con una immigrata nell’Ufficio postale multietnic­o in via Marsala 39
 ?? (foto LaPresse) ?? Bambini Anche i piccoli si sono dati da fare
(foto LaPresse) Bambini Anche i piccoli si sono dati da fare
 ??  ?? Slogan «Diamoci da fare» è il motto dei residenti
Slogan «Diamoci da fare» è il motto dei residenti

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy