Studenti al prof: le scuse? È tardi
Abusi al liceo Massimo, studenti e docenti: da lui non accettiamo scuse
Massimo De Angelis ammette: «Mi ero innamorato, chiedo scusa a tutti». Così l’insegnante ha giustificato gli abusi sessuali su una studentessa del Massimo. Ma dall’Istituto respingono le scuse: «Ha sbagliato e pagherà».
Per favore non identificatelo con la scuola: siamo una grande famiglia
Il rapporto di fiducia con i ragazzi non può essere macchiato da un solo episodio
Difesa a oltranza Una mamma: «Resta un grande insegnante, quella “relazione” è un errore umano»
«Ha sbagliato e pagherà. Ma per favore non identificate quel prof con tutta la scuola. Siamo una grande famiglia». Sono trascorsi pochi minuti da quando è stata resa nota la confessione di Massimo De Angelis, docente dello storico Istituto Massimo dell’Eur. «Mi ero innamorato, chiedo scusa a tutti»: così l’insegnante ha giustificato gli abusi sessuali su una studentessa di 15 anni nell’interrogatorio di garanzia in carcere a due giorni dall’arresto.
La campanella è appena suonata, ma i ragazzi della scuola dei gesuiti già sanno tutto. Sanno che lui non ha negato, sanno che le accuse non sono più solo presunte. Gli occhi ancora increduli sugli smartphone, i commenti basiti, lo choc e la consapevolezza di fatti non più solo ipotetici, anche se ancora al centro di processi futuri. «Siamo sconvolti ovviamente, anche dall’attenzione mediatica che ha travolto l’istituto che per noi è una casa». Sono i più grandi a parlare, gli studenti del liceo che tentano di raccontare la difficile situazione tra le aule del Massimo. Protettivi con gli alunni più piccoli, a cui bisogna spiegare il male che può esistere nel mondo, più vicino a volte di quanto si pensi. «Alcuni ragazzi più giovani hanno riferito di un divieto di parlare, ma vorremmo chiarire che ci è venuto spontaneo, nessun ordine è arrivato dall’alto», spiegano così il fronte unito del silenzio, scelto anche per tutelare la vittima.
La scuola è stata «presente e vicina, anche con la nostra compagna, una brava ragazza che non meritava certo tutto questo». Sottolineano che non condividono nemmeno la definizione «scuola dei vip» (al Massimo hanno studiato personaggi come Francesco Rutelli o Mario Draghi): «Siamo una grande famiglia piuttosto». Una mela marcia quel professore, secondo il coro di voci, che però non può e non deve infangare il buon nome del prestigioso Massimo. «Inutile che si scusi, ha sbagliato e basta», il commento più diffuso.
«Io prego e spero che tutto passi in fretta - dice invece un collega docente - Il rapporto di fiducia con i ragazzi non può essere macchiato da un solo episodio». I genitori degli alunni sono ancora più increduli, loro che in quel professore riponevano una fede quasi cieca. Divisi come sono tra una condanna totale e il tentativo di giustificarlo. Alla notizia della confessione, c’è ancora chi lo difende a spada tratta. «Resta un grande docente», ripete arrabbiata una mamma che non cambia idea nemmeno di fronte alla confessione di quegli abusi che il docente chiama «relazione»: «È un errore umano», sentenzia.