Presente, passato: otto sculture per Mr. Monahan
A Palazzo Altemps le otto sculture bronzee dell’artista californiano in dialogo col passato
Certo, Palazzo Altemps è uno di quei luoghi — straordinari, davvero — che qualsiasi cosa gli metti dentro (vicino, sotto, sopra, di su, di giù o accanto a qualcuno dei capolavori archeologici che conserva), quel qualcosa ne esce di gran lunga valorizzato. Un luogo, Palazzo Altemps, con una magia speciale, nonché uno dei pochi musei con collezioni antiche rimasti indenni fino a poco tempo fa dalla voga delle «contaminazioni» con l’arte contemporanea.
Ora invece, dopo la personale di Maurizio Donzelli, il rinascimentale edificio che conserva all’interno sculture greche e romane appartenute nei secoli XVI e XVII a varie famiglie della nobiltà romana (collezioni Boncompagni Ludovisi, Mattei, Del Drago, Altemps...) torna ad aprirsi alla creatività di oggi, e lo fa con una personale del californiano Matthew Monahan (1972), una mostra curata da Ludovico Pratesi e promossa all’interno del museo di Stato dalla galleria Massimo De Carlo.
Otto le sculture bronzee realizzate da Monahan, dichiaratamente «site-specific», pensate cioè per «dialogare con la collezione permanente del Museo». Una dialettica, quella tra sculture antiche/moderne/contemporanee, assai sperimentata anche a Roma — dalla Galleria Borghese alla Centrale Montemartini per fare solo due esempi — e che stavolta mostra il lavoro di un artista ancorato a una cifra stilistica «figurativa» e a moduli espressivi che, pur rileggendola in chiave contemporanea, aderiscono di fatto alla statuaria in senso classico.
Maschere, guerrieri e divinità pagane riviste in chiave personale sono accompagnate da una serie di disegni, incorniciati a imitazione delle didascalie del museo, «realizzando una fusione sinergica con l’istituzione». Le opere di Matthew, viene spiegato, si confrontano con le iconografie e i miti della classicità: «Il suo lavoro è frutto di diverse contaminazioni, e la sua ricerca si sviluppa intorno all’idea di scultura come una sorta di rovina contemporanea, dove i materiali, le suggestioni archeologiche e la memoria della classicità assumono un aspetto transitorio, si trasformano in suggestivi relitti in bilico tra presente e passato. Elementi iconici apparentemente distanti si combinano creando un effetto straniante». L’artista, dalla sua, aggiunge: «Mi è sembrato necessario localizzare tutte le mie aspirazioni sulla figura, per chiederle di diventare il conduttore di tutte le cose trascendentali e profane» (piazza di Sant’Apollinare 46, fino al 15 maggio. Info: archeoroma.beniculturali.it/musei/ museo-nazionale-romano-palazzo-altemps. Da martedì a domenica 9-19.45).