Corriere della Sera (Milano)

Libretto al consumo stile dopoguerra

Piatti, pentole, elettrodom­estici con saldo a fine anno La catena Kasanova recupera l’usanza del dopoguerra L’ad: è un atto di fiducia verso chi è più in difficoltà

- di Giampiero Rossi

«Quando la guerra era appena finita di soldi in giro non ce n’erano mica. E allora, quando andava dal droghiere o dal panettiere, anche la mia mamma segnava quel che doveva pagare su un libretto e poi saldava poco alla volta quando poteva. Si faceva così, era un rapporto fiduciario ed era l’unico per muovere gli affari. E alla fine la gente onorava sempre i debiti».

Maurizio Ghidelli, amministra­tore delegato della catena di negozi Kasanova, è partito dall’accostamen­to di questo momento di difficile ripresa a quel dopoguerra. Ed è attraverso questo sillogismo storico-economico che è arrivato

Leggi, commenta e condividi le notizie sul sito internet milano. corriere.it all’idea di riproporre ai suoi clienti un meccanismo che ricorda quello del microcredi­to. «Un imprendito­re, secondo me, non può non porsi il problema del contesto in cui agisce — premette Ghidelli per spiegare la sua iniziativa — e in questo momento sappiamo bene che ci sono tante famiglie in difficoltà, soprattutt­o dal punto di vista della liquidità». Nei negozi Kasanova, dunque, la clientela « troverà alcuni prodotti “Conto Aperto” che potrà portarsi immediatam­ente a casa lasciando solo l’acconto indicato sul cartellino. E per il saldo c’è tempo fino al 31 dicembre 2020 — spiega l’imprendito­re —. Nel frattempo il cliente ha la possibilit­à di raggiunger­e soglie di spesa che danno dichiusi ritto a percentual­i di extra sconto sul saldo fino al 30 per cento. In alternativ­a, potrà scegliere di utilizzare l’importo dell’extra sconto per ulteriori acquisti a propria scelta fino a 1.000 euro». L’elemento commercial­e c’è, eccome, ma Ghidelli non lo nasconde. Quindi, nella sua cadenza milanesiss­ima, illustra la seconda premessa, suggerita dal suo fiuto commercial­e: «Nei nostri negozi entrano ogni anno 100 milioni di persone e vengono battuti 20 milioni di scontrini — spiega —. Dopo tre mesi in casa non sono pochi quelli che hanno ben chiaro in mente ciò di cui sentono il bisogno, dai piatti ai bicchieri e allora noi proviamo ad andare incontro a questa domanda e non ci dispiace che queste persone entrino nei nostri negozi. Però io sono anche un imprendito­re un po’ naif, guardo davvero il mondo attorno e non mi dispiace l’idea di dare una mano alla ripresa».

E se i clienti-debitori poi non pagano? «Io sono assolutame­nte fiducioso, sono convinto che la gente paghi i propri debiti. E se le cose dovessero andare diversamen­te mi leccherò le ferite, ma io credo davvero in questa operazione. Le posso dire che dal 18 maggio, quando è partita, ha già iniziato a dare segnali positivi». Dai negozi raccontano che «ci sono clienti che preferisco­no pagare subito», ma c’è anche chi ha mostrato di apprezzare: «Una signora ha pianto alla cassa, ringrazian­do — racconta lo stesso Ghidelli — perché non le era mai successo di trovarsi in difficoltà e proprio per queste le ha fatto piacere sentirsi capita». E aggiunge: «È un rapporto fiduciario tra persone, quelli che vogliono fare i furbi si riconoscon­o da alcuni atteggiame­nti al momento di lasciare i loro dati. Ma fa niente, io mi fido della gente».

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Il cartello «Conto aperto: ci fidiamo di te»: l’avviso di Kasanova ai clienti

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