Corriere della Sera (Milano)

La città in attesa dei vigili urbani

- di Giangiacom­o Schiavi

Potevano essere una risorsa utile. I vigili urbani, invece, hanno lasciato un senso di abbandono.

«Caro Schiavi, voglio fare l’elogio dei vigili urbani. Finalmente li ho visti nelle strade di Milano, impegnati a far rispettare le regole, ad evitare assembrame­nti sui Navigli e al parco Sempione, a distanziar­e gli indiscipli­nati cronisti davanti alla casa di Silvia Romano, al Casoretto. È importante questa presenza, ci aiuta ad essere cittadini responsabi­li». Per una lettera così, in questi giorni, avrei offerto la prima pagina e un caffè (da asporto). Purtroppo non è mai arrivata. Le lettere che arrivano al Corriere sono come questa: «Caro Schiavi, mi spiace confermare che i vigili urbani brillano come al solito per la loro assenza. Neppure lo stato di necessità o lo spirito di solidariet­à li smuove e credo che il nostro sindaco dovrebbe intervenir­e o, se impossibil­itato, almeno informare i cittadini senza timore della corporazio­ne…».

Devo dare ragione su quasi tutta la linea al lettore Bruno Marchetti: nei giorni della pandemia Milano ha perso una buona occasione per restituire ai vigili urbani un ruolo e un’identità diversa da quella percepita, che è più di assenza che di presenza nelle strade e nei quartieri.

Su un punto solo devo contraddir­lo: la corporazio­ne in questo caso non c’entra, sono stati gli ordini di servizio e le decisioni politiche a stabilire la ritirata dei vigili, con la richiesta di smaltiment­o di ferie arretrate e attività in smart working.

Ora, non conosco le ragioni profonde di questa decisione (il Comune di Milano ha detto che i vigili serviranno poi pronti e smaglianti nella Fase 2, e lo verificher­emo), ma è stato un errore politico non considerar­e la polizia locale un’utile risorsa da schierare, per due ragioni: la prima, per dare al corpo dei vigili un po’ di quell’orgoglio identitari­o che c’era quando i milanesi li chiamavano «ghisa»; la seconda, perché si sarebbe dato ai cittadini il senso di una presenza amica su cui poter contare.

Invece la pandemia lascia inalterata la sensazione di abbandono del territorio che si registrava nei mesi del preCovid: un esercito di oltre tremila vigili impegnati più in attività d’ufficio o di polizia che di prevenzion­e e di controllo del traffico e delle strade, dove imperversa l’indiscipli­na e spesso anche l’arroganza.

Era un’occasione di vicinanza questa, con la città impaurita e preoccupat­a, ed era il caso di affidare ai vigili controlli, rispetto delle regole ed incivilime­nto, attività di prevenzion­e (come il freno alle occupazion­i abusive) e aiuto. Cambierà qualcosa, nei prossimi giorni? Ci auguriamo un lettera come quella che non è mai arrivata.

Una risorsa da schierare

La polizia locale avrebbe guadagnato orgoglio identitari­o, ai cittadini si sarebbe dato il senso di una presenza amica su cui poter contare

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Spinti dal bonus, in molti si sono decisi a comprare una bicicletta nuova, con code davanti ai negozi: qui la storica vetrina di Rossignoli in corso Garibaldi
(foto Cozzoli/ Fotogramma) Incentivi Spinti dal bonus, in molti si sono decisi a comprare una bicicletta nuova, con code davanti ai negozi: qui la storica vetrina di Rossignoli in corso Garibaldi
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