Coppia perfetta per Simenon
Marguerite e Émile, coppia tragica e ridicola, sono protagonisti de «Il gatto» romanzo di George Simenon, portato in scena da Roberto Valerio, traduzione e adattamento Fabio Bussotti, protagonisti Alvia Reale, Elia Schilton e Silvia Maino (al Parenti fino al 1 dicembre). Vicini di casa, lei borghese, lui muratore in pensione, un piccolo aiuto li fa conosce e poi sposare. Un disastro. Pochi anni e non condividono più nulla, né tavola, né letto, né conversazione. Comunicano con bigliettini feroci, murati, con l’ostinazione dei vecchi, in un disprezzo sprezzante, in un odio palpabile. E poi c’è il gatto amato da lui, odiato da lei, che un giorno muore avvelenato. Lui furioso si scaglia contro il pappagallo di lei spennandolo vivo. Da questo nucleo centrale Simenon procede per flash back per penetrare nei personaggi e far sentire come l’odio sia un collante davvero potente. Un racconto spaventoso e terribile, ma anche ridicolo e grottesco come questa logora coppia che si spia, si martirizza a parole, si insulta per riempire il vuoto della giornata. Il regista, sembra privilegiare il grottesco e si perde ossessività e tensione che solo le ottime prove di Alvia Reale e Elia Schilton, ricche di sfumature, allusioni, profondità, riescono a far intravvedere. Davvero bravi.