Angela, la stilista che disegna il futuro di Milano negli Emirati
Bellomo: un ponte tra i talenti dei due Paesi
rafforzavo nella mia personale idea di stile». Insistendo ha cominciato a lavorare nella moda, curando le relazioni pubbliche per le sartorie delle grandi maison. Contemporaneamente faceva anche la coreografa per eventi: «Dovevo pagare il mutuo e avevo mia figlia Deborah da mantenere — spiega —. Il mio obiettivo principale era riuscire a fare studiare lei, visto che io non avevo potuto». Angela, che adesso ha 53 anni, investiva i risparmi per comprare stoffe, in particolare raso e seta, di color burro o nero: quelle che sono diventate poi le sue cifre. Con caparbietà e tenacia iniziava ad esercitarsi creando i primi modelli. Aveva una eleganza sartoriale innata, tutti nell’ambiente continuavano a chiedere di lei, «quella signora con gli occhiali scuri, vestita di bianco». Un giorno fu invitata a Parigi per assistere alla sfilata di Dior e Valentino. Fu la figlia che l’accompagnava a incoraggiarla. «Deborah aveva capito tutto. Mi disse di farmi avanti, di propormi. Le ragazze paiono sempre distratte e invece colgono il senso profondo delle fatiche e degli sforzi di noi madri», le riconosce Angela. Anni dopo, nel 2013, in piena crisi, apre in un locale sfitto in Porta Vittoria un piccolo atelier che subito ha un successo strepitoso. «Si congratularono persino il maestro Armani e la Curiel», sorride.
Angela rivisita la manica «a calla», ha una moda tra l’età vittoriana e l’avanguardia belga, prende lo jabot e lo rende contemporaneo, mischia pelle e seta. Per il suo stile ha ricevuto premi, ultimamente
Sono una combattente, noi donne dobbiamo sempre trovare la forza di mantenere la testa alta
L’insegnamento ha vestito Irene Pivetti, la direttrice d’orchestra Beatrice Venezi, Alba Parietti, Michelle Hunziker e tante altre. È insediata al Salotto di Milano, in corso Venezia, e non dimentica le prime difficoltà: «Sono una combattente, noi donne dobbiamo sempre trovare la forza di mantenere spalle dritte e testa alta. Di dire “no” a chi ha il potere e propone compromessi che rischiano di ledere la nostra dignità. Io non l’ho fatto mai, questo ho voluto insegnare a mia figlia». Il sogno adesso è aprire l’Accademia. «E quel ponte con gli Emirati ..».