Corriere della Sera (Milano)

Via Corelli, i dubbi di Sala «No al centro detentivo»

Migranti irregolari, resta il sì alle espulsioni

- di Cesare Giuzzi e Pierpaolo Lio

Il Cpr di via Corelli «non sarà un centro di detenzione»: le parole del sindaco Sala scatenano proteste nel centrodest­ra. Intanto in duemila hanno sfilato contro la riapertura.

La domanda arriva secca. E se vogliamo, non è chiarissim­a. «Che ne pensa di un centro di detenzione in via Corelli per persone che non hanno commesso reati?», chiede una cittadina di Lambrate durante la «colazione con il sindaco» ieri al circolo Acli «Giovanni Bianchi» di via Conte Rosso. La risposta di Beppe Sala è altrettant­o diretta: «No, non diventerà un centro di detenzione». Il tema è il ritorno alle origini «securitari­e» della struttura all’estrema periferia Est della città. Confermato dal via vai di governi di vari colori, e più di recente dallo stesso ministro dell’Interno in carica, Luciana Lamorgese. Nelle parole di Sala non c’è però nessuna intenzione di contestare l’ex prefetto della città. E così dopo qualche ora il sindaco precisa il suo pensiero: «È arrivato il momento di dare un ruolo a Corelli. E voglio dirlo con chiarezza: noi lavoreremo per continuare nella politica dei rimpatri, però con i modi giusti. Quindi, non credo che i centri di detenzione siano fondamenta­li, ma i centri per i rimpatri ben gestiti senz’altro sì».

La questione è politicame­nte delicata. La struttura è nata a fine anni Novanta come centro per l’identifica­zione e l’espulsione degli immigrati irregolari (Cie). Un «lager di Stato» per gran parte della sinistra che l’ha sempre contestata. Dopo una serie di rivolte e danneggiam­enti, la prima svolta: negli ultimi anni si trasforma in un centro d’accoglienz­a che aiuta Milano a fronteggia­re il flusso ininterrot­to di profughi. Poi, il nuovo dietrofron­t. Ancora poche settimane e sarà riconverti­to nel centro di permanenza per il rimpatrio (Cpr) della Lombardia. I lavori sono in corso: sono stati già installati moderni sistemi di videosorve­glianza e doppie cancellate.

La decisione non convince buona parte della maggioranz­a di centrosini­stra a Palazzo Marino. Il sindaco ne parlerà oggi con Gabriele Rabaiotti, assessore al Welfare, e soprattutt­o con il predecesso­re Pierfrance­sco Majorino, ora europarlam­entare, portavoce dell’ala contraria alla riapertura del Cie (e semmai favorevole all’ipotesi di farne un centro per i senza tetto), «per capire un po’ cosa possiamo fare. Non ho ancora la soluzione — spiega Sala — ma certamente è qualcosa su cui dobbiamo intervenir­e perché è un tema anche simbolicam­ente importante per la città», che s’è imposta a livello nazionale come «capitale» dell’accoglienz­a.

Per il centrodest­ra, «il sindaco si è allineato agli anarchici e ai comunisti scesi in piazza per protestare: vogliono continuare ad accogliere e mantenere i clandestin­i».

Chi certamente non è d’accordo sulla riapertura di via Corelli è l’anima antagonist­a che ieri ha percorso le strade di Città studi e dell’Ortica per protestare contro il Cpr. Quasi duemila i militanti in corteo. «Sanzionata» metaforica­mente l’Aler di viale Romagna con una finta lastra d’alluminio a simulare gli appartamen­ti chiusi. Sul cavalcavia Bussa, invece, un grande striscione contro «il lager»: «Minniti crea, Salvini costruisce, Lamorgese inaugura. No Cpr». In corteo, oltre alla questione migranti, anche un pensiero e un sostegno per il popolo curdo in Siria finito sotto i bombardame­nti della Turchia del «boia Erdogan».

Per finire, nel suo incontro con i residenti di Lambrate Sala ha affrontato anche il tema Daspo urbano: «Adesso stiamo aumentando i provvedime­nti di allontanam­ento, dobbiamo metterci nelle condizioni per cui il questore dia qualche Daspo, e penso che sia già in grado d’agire».

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Quasi duemila i militanti dell’area antagonist­a ieri in corteo contro il Cpr di via Corelli. Sul cavalcavia Bussa, striscione contro «il lager»: «Minniti crea, Salvini costruisce, Lamorgese inaugura. No Cpr». Il corteo ha anche espresso sostegno al popolo curdo
(foto Alberico) Corteo Quasi duemila i militanti dell’area antagonist­a ieri in corteo contro il Cpr di via Corelli. Sul cavalcavia Bussa, striscione contro «il lager»: «Minniti crea, Salvini costruisce, Lamorgese inaugura. No Cpr». Il corteo ha anche espresso sostegno al popolo curdo

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