Exploit di Pisapia, scivola M5S
Non ce la fa la capolista scelta da Di Maio: solo terza. Tatarella escluso ma trova mille sostenitori In città ha più preferenze del leader lumbard. La leghista Sardone fa il pieno, quarto Berlusconi
Giuliano Pisapia torna protagonista a Milano, con un record di preferenze (battendo anche Salvini). Successo, in città, anche per Pierfrancesco Majorino (Pd) mentre è flop per Maria Angela Danzì (5 Stelle). Nella circoscrizione Nord-Ovest stravince Matteo Salvini su Pisapia (secondo posto) e Silvio Berlusconi (terzo). Affermazione anche per Silvia Sardone (Lega). Nelle periferie della città è invece testa a testa tra Pd e Lega.
A distanza di otto anni dalla sua elezione a sindaco, Giuliano Pisapia si «riprende» Milano. È lui la star cittadina, il recordman di preferenze capace di battere persino Matteo Salvini con 71.459 consensi personali contro i 57.047 del leader leghista. «Voglio ringraziare le tantissime persone che mi hanno dato fiducia, è stata una esperienza straordinaria, ho sentito un grande affetto e volontà di cambiare insieme», lo stringato commento firmato dall’ex sindaco arancione neoparlamentare europeo. Le preferenze in casa pd sono la celebrazione perfetta del «modello Milano». Perché con Pisapia è andato fortissimo anche Pierfrancesco Majorino, assessore (uscente) al Welfare e alfiere designato da Beppe Sala in persona del modello di buona amministrazione cittadina da esportare oltre le mura della città-stato. Majorino raccoglie 39.564 consensi personali tra il milione di elettori milanesi, una valanga persino inattesa nelle proporzioni. Clamoroso poi che l’assessore al Welfare superi, almeno in città, il numero di preferenze raccolte da Silvio Berlusconi, che con 24.023 consensi personali si piazza solo al quarto posto.
Classifica ribaltata se si prende invece in considerazione l’intera circoscrizione Nord Ovest che racchiude Lombardia, Piemonte, Liguria,Val d’Aosta. Qui stravince Salvini che con 507mila voti stacca Pisapia (206mila) e Berlusconi (129mila). Majorino (93mila) è al quarto posto e al quinto si piazza il leghista Angelo Ciocca (83mila voti). Subito dopo c’è Irene Tinagli (106mila preferenze), economista del Pd e donna più votata di tutta la circoscrizione, che vince il derby interno con Patrizia Toia (74mila). Segue Giorgia Meloni, capolista di Fratelli d’Italia, e infine Silvia Sardone la new entry in casa Lega che solo a Sesto San Giovanni raccoglie 3.818 voti (superando persino Salvini). La ex Stalingrado è città ora amministrata dal forzista Roberto Di Stefano che da marito di Silvia Sardone si era preoccupato, a titolo personale, di scrivere ai concittadini raccomandando il voto per la moglie.
Clamorosa la sorpresa in casa Cinque Stelle. Maria Angela Danzì, la capolista imposta da Luigi Di Maio, ha perso il treno per Bruxelles: è soltanto terza nella circoscrizione Nord-Ovest (con 14mila voti), dietro l’europarlamentare uscente Eleonora Evi e la ligure Tiziana Beghin. Danzì era stata scelta dal capo politico del Movimento in virtù del curriculum da civil servant, passando sopra persino a un passato da attivista pd e a un’inchiesta giudiziaria risalente ai tempi del mandato commissariale al Comune di Brindisi.
In Forza Italia dietro Berlusconi c’è Massimiliano Salini (37mila preferenze) e poi Lara Comi (32mila) che potrebbe guadagnare il biglietto per l’europarlamento nel caso il Cavaliere optasse per l’elezione nella circoscrizione Isole. Comi è indagata per finanziamento illecito nell’ambito della maxi-inchiesta sulla «mensa dei poveri» che tra gli altri ha portato in carcere il consigliere milanese Pietro Tatarella, regolarmente in lista con Forza Italia. Tatarella, per la cronaca, ha raccolto quasi mille preferenze posizionandosi al tredicesimo posto della lista subito dopo la «pensionata» Elisabetta Fatuzzo. Ultimo, con soli 502 consensi personali, Amir Atrous, il giovane di origine tunisina che ha osservato il Ramadan durante la campagna elettorale. Ultimo partito a strappare il quorum, Fratelli d’Italia. Dietro Giorgia Meloni, ecco Carlo Fidanza con quasi 11mila consensi che dovrà però scegliere se rimanere a Montecitorio o volare a Bruxelles. Il secondo eletto è Pietro Fiocchi, industriale dell’omonima fabbrica di armi. Lontani da Bruxelles rimangono invece Stefano Maullu e Daniela Santanché. Poco più di 5mila, infine, le preferenze raccolte dal sociologo Francesco Alberoni.