«CARO, VECCHIO CAMPO GIURIATI OSTAGGIO DI DEGRADO E INCURIA»
Caro Schiavi, il mio messaggio è un appello per un glorioso dimenticato: il campo di atletica Giuriati. In questi giorni sto cercando di sensibilizzare sia gli ambienti sportivi che i cittadini sulla disastrosa situazione del centro sportivo. Le lascio un dossier sull’inefficienza dell’attuale gestione: da sportivo e da milanese credo sia urgente qualche intervento.
Caro Mariano, effettivamente il Giuriati è un po’ scomparso da radar della cronaca, schiacciato dal clamore dei traslochi, della Statale e di Istituto Tumori e Besta, da Città Studi. Ma il dossier che documenta un degrado fino a ieri sottotraccia merita di essere segnalato perché aggiunge un altro meno a un quartiere di cui non si capisce bene l’esito della trasformazione, fatto salvo il Politecnico che resta al suo posto. Dunque, i problemi sarebbero gli spogliatoi, il riscaldamento, lo stato penoso di bagni e docce, le prese elettriche non a norma, la manutenzione della pista e il mancato dialogo fra un parte degli utenti e i gestori (dal 2008 il Comune l’ha affidato al Politecnico). Per ultimo si aggiunge il divieto alla manifestazione Corrigiuriati, storica sfida tra podisti amatoriali. Sarà il caso di mettere un fermo a questa decadenza per un impianto amato dai milanesi, nato 80 anni fa e reso grande dall’atletica e dal rugby, dal record mondiale di Consolini nel lancio del disco, dai primati di Alfredo Rizzo e Paola Pigni e dalle cronache di Gianni Brera. 2000, svolgendo quel ruolo caro ai milanesi: duro servizio sulla pedana bianco rossa posta al centro degli incrocid’inverno e d’estate; alle otto e alle sedici presso le scuole e poi via consumando le scarpe avanti indietro per il quartiere assegnato (lui ha svolto servizio in Ticinese Baggio e Quarto Oggiaro). Questa figura è scomparsa dalle nostre strade e alcuni giovani vigili, che si fanno chiare polizia locale, mi dicono che la città è cambiata: è più violenta e inviare l’operatore da solo in giro nei quartieri non è più fattibile, per motivi di sicurezza.
Sarà vero, ma onestamente nella Milano degli anni Settanta, dove le rapine con sparatorie annesse erano quasi giornaliere e le manifestazioni degli studenti e degli operai erano sempre motivo di scontri, nelle vie cittadine la figura in divisa nera ed elmetto stile bobby londinese c’era sempre ed era quasi impossibile parcheggiare in divieto di sosta.
Onore a sua padre e alla divisa del vigile-bobby. Vedrà che piano piano ci torneremo: non si risolve tutto solo con una telecamera.
Il semaforo di via Sanzio angolo via Ravizza è tenuto su con il nastro adesivo. L’ho segnalato a tutti nella città che vuole le Olimpiadi, senza successo.
Semaforo pericoloso
Sarebbe da riparare… prima che caschi in testa a qualcuno.