Nubifragio, strade e scuole nel caos
Alberi sulle auto: danni e feriti. Ancora incubo Seveso, comunità sgomberate al parco Lambro
Una giornata d’emergenza continua, con alti e bassi che hanno seguito passo passo i livelli del Seveso, la moria di alberi, il traffico in tilt, i disagi nelle scuole. Paralizzata la circolazione verso Linate. Maxi ritardi dei treni. L’esondazione s’è sfiorata nella zona Est della città. Al campus Bovisa del Politecnico sono crollati pezzi di controsoffitto. Secchi nelle aule, in particolare al Lagrange, riscaldamenti in panne in diversi istituti.
Una giornata d’emergenza continua, con alti e bassi che hanno seguito passo passo i livelli del Seveso fin sotto la pancia di Niguarda e le bizze del Lambro, la moria di alberi, il traffico in tilt. L’esondazione s’è sfiorata nella zona est della città. In via precauzionale il Comune ha evacuato le tre comunità nell’area del parco Lambro: la Exodus di don Mazzi, la Camaldoli e il Ceas. Passeranno la notte nella palestra del centro sportivo Saini. A nord invece la corsa verso l’alto dell’acqua s’è fermata poco dopo aver messo tutti in apprensione, quando nel pomeriggio il Seveso s’è affacciato oltre la seconda soglia d’allarme, lasciandosi poche decine di centimetri di argini ancora da scalare.
Gli sguardi dei tecnici del centro operativo comunale e della protezione civile per ore hanno guardato ossessivamente i monitor: le aree in cui si concentravano le precipitazioni, i quantitativi d’acqua deviata dal canale scolmatore, l’avanzamento delle onde di piena. Il terreno saturo dopo due giorni di piogge non riusciva più a trattenere una goccia. In serata l’unità di crisi non può ancora smontare, però. La tregua sarà breve: nuovi scrosci sono previsti nella notte e poi stasera, costringendo tutti agli straordinari. «È stato impegnativo», riassume l’assessore comunale all’Ambiente Marco Granelli. «I temporali più forti sono però ora alle spalle, vediamo come sarà la notte». «Il sistema ha tenuto», prosegue. Per quanto riguarda il Seveso, «grazie al canale scolmatore s’è evitato il peggio». Per il Lambro «sono state fondamentali le opere del piano contro il dissesto idrogeologico realizzate negli ultimi anni: le zone di laminazione e l’innalzamento degli argini hanno impedito l’allagamento delle case in via Camaldoli». «È questa la strada da seguire anche per il Seveso», aggiun-
ge pensando alle opere previste al parco Nord e a Senago per domarne la furia.
Pioggia, sì, ma anche vento, tanto vento. Che a Milano, come un po’ ovunque, ha abbattuto diversi alberi, almeno una decina. Danni alle auto in sosta o di passaggio, come in viale Toscana, con l’automobilista ferito (il più grave dei tanti soccorsi ieri) trasportato in codice giallo. E traffico nel caos. Una pianta crollata sotto la forza delle folate ha «tappato» viale Forlanini, bloccando la via verso l’aeroporto di Linate. Vetture obbligate per ore a fare dietrofront, passeggeri costretti a percorrere l’ultimo tratto a piedi carichi di bagagli e una persona uscita illesa dallo schianto. Casi simili hanno impegnato costantemente i vigili del fuoco, già indaffarati da centinaia d’interventi per gli allagamenti. In corso San Gottardo, in via Pastro, in viale Gian Galeazzo. In via Fabio Filzi l’albero caduto ha interrotto a lungo la circolazione dei tram. In via Rizzoli le piante sono venute giù in sequenza, come al parco Lambro, dove i tronchi schiantati a terra hanno intrappolato alcune persone alla Cascina Biblioteca fino all’arrivo dei pompieri. In mattinata, la polizia locale ha dovuto mettere in sicurezza la zona di via Santa Sofia, a ridosso del cantiere della M4, per una grossa buca che s’è aperta nell’asfalto.
Ore di passione anche per i pendolari. Fuori Milano, gli alberi spezzati e sradicati dal vento hanno tranciato le linee elettriche, causando ritardi dei treni che in alcuni casi superavano le due ore.