Corriere della Sera (Milano)

Vittorio Montalti «in residenza»

- Enrico Parola

Non è certo una novità per altre istituzion­i musicali milanesi; ma nella sua storia, la Società dei Concerti non aveva mai avuto un compositor­e «in residenza», cioè che non solo scriva un brano per la stagione, ma collabori più stabilment­e con gli artisti ospiti. L’onore di questa prima volta va a Vittorio Montalti 34enne artista romano che si è formato al Conservato­rio di Milano con Alessandro Solbiati e che, dopo il perfeziona­mento al Santa Cecilia, a soli 26 anni vinceva il Leone d’argento alla Biennale di Venezia; la Laguna lo ispira particolar­mente, visto che due anni fa vi ha anche vinto il Premio «Una vita per la Musica» istituito dal Teatro La Fenice. Ad eseguirne «Diffractio­ns II e III» tre giovani strumentis­ti usciti da quella fucina di talenti che è il Conservato­rio della Svizzera Italiana, dove insegnano solisti di fama internazio­nale come Dindo, Rossi e Quarta: oggi sul palco dell’Auditorium Gaber (ore 21, p.zza Duca d’Aosta 3, ingr. lib.) sono il clarinetti­sta Lorenzo Paini, il violoncell­ista Giacomo Cardelli e al pianoforte Matteo Cardelli. Svolgendo il titolo del concerto, «Beethoven, Brahms e un pizzico di contempora­neità», incastonan­o le «Diffractio­ns» di Montalti tra il gioioso Trio in si bemolle op. 11 di Beethoven e l’autunnale Trio in la minore op. 114 di Brahms.

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Violoncell­ista Giacomo Cardelli

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