Corriere della Sera (Milano)

Lodi, «schiscetta etnica» a scuola Il provvedito­re: situazione inedita

Continua la protesta delle famiglie straniere a cui il Comune nega le tariffe sociali

- Francesco Gastaldi

LODI «Voglio anch’io mangiare a scuola come i miei compagni», recitava venerdì pomeriggio il cartello di una piccola egiziana. E come lei gli altri 130 studenti «scioperant­i» ieri mattina sono rientrati a scuola dopo tre giorni di protesta contro il regolament­o del Comune di Lodi che nega l’accesso alle tariffe agevolate di mense e scuolabus in assenza di documentaz­ione supplement­are che attesti proprietà e redditi nei paesi di origine. Rientrati, ma la protesta va avanti a oltranza. Come forma di resistenza all’amministra­zione leghista di Sara Casanova alcuni genitori hanno deciso di continuare a pagare il buono mensa scontato dello scorso anno (2,20 euro al giorno per la fascia più bassa), col rischio poi di un accertamen­to del Comune; la maggior parte dei genitori invece ha seguito il consiglio dell’associazio­ne Al Rahma di mandare i figli a scuola con la «schiscetta etnica» dopo la sentenza del Consiglio di stato che ha «liberalizz­ato» il panino da casa. «Due presidi — afferma il portavoce di Al Rahma Abdelrahma­n Mohamed — hanno dato il permesso, gli altri no. In 27 sono riusciti a mangiare in classe». «Non posso più pagare quelle cifre — racconta l’egiziana Malak — e a mio figlio ho preparato il cestino: cotoletta di pollo, insalata e una banana. Farò così anche domani». Il Comune ha convocato d’urgenza (venerdì 21 settembre) i dirigenti scolastici per discutere la situazione. «Il regolament­o non sarà cambiato — chiarisce l’assessore all’Istruzione Giusy Molinari —, ma il pasto da casa può essere una soluzione se verranno rispettate tutte le prescrizio­ni, ferma l’autonomia degli istituti scolastici di consentirl­o o meno». La situazione «di disparità nei confronti dei ragazzi stranieri» non piace a molti genitori italiani, infastidit­i dal regolament­o leghista.

«Ci crea imbarazzo», affermano Laura Ferrari (scuole Archinti) e Fabrizio Messina. «Ho iscritto i miei figli in una scuola con tanti bambini stranieri — spiega Paolo Curti, ex bomber lodigiano del Fanfulla — perché voglio insegnare loro i valori della multicultu­ralità. Che valori stiamo insegnando oggi?». E Isabella Bossi ha sperimenta­to di persona quanto in alcuni Paesi stranieri sia difficile reperire i documenti: «Vado in Senegal da 15 anni, in certi villaggi non sanno nemmeno cosa sia l’anagrafe catastale».

Ma in tanti sostengono la scelta di palazzo Broletto: «Le regole sono uguali per tutti, anche gli stranieri devono rispettarl­e», affermano in coro mentre attendono i loro bambini.

E se i presidi in parte minimizzan­o lo sciopero («Nei plessi che dirigo gli stranieri superano il 25% e solo sei sono stati gli assenti», afferma Stefania Menin del comprensiv­o Lodi Terzo) l’associazio­ne Al Rahma snocciola i dati dell’astensione scolastica: «120 alunni i primi due giorni, 131 il terzo». «L’unico principio che interessa all’istituzion­e scolastica — chiarisce il provvedito­re di Milano e Lodi Iuri Coppi — è che non mandare i figli a scuola crea un gap educativo ed una protesta sul filo della legittimit­à. Ma una situazione del genere, come dirigente, non mi era mai capitata».

 ?? (foto Gastaldi) ?? Elementari Alcune mamme islamiche con i loro figli all’uscita delle scuole Archinti di LodiSciope­ro● Settimana scorsa, per tre giorni, 120 famiglie straniere di Lodi non hanno mandato a scuola i loro figli● Uno «sciopero» contro la giunta leghista che ha applicato il regolament­o regionale che impone agli stranieri, oltre alI’Isee, di produrre documenti provenient­i dai Paesi d’origine per accedere alle tariffe agevolate per scuolabus e mensa● I bambini sono rientrati a scuola ma portandosi il pranzo da casa
(foto Gastaldi) Elementari Alcune mamme islamiche con i loro figli all’uscita delle scuole Archinti di LodiSciope­ro● Settimana scorsa, per tre giorni, 120 famiglie straniere di Lodi non hanno mandato a scuola i loro figli● Uno «sciopero» contro la giunta leghista che ha applicato il regolament­o regionale che impone agli stranieri, oltre alI’Isee, di produrre documenti provenient­i dai Paesi d’origine per accedere alle tariffe agevolate per scuolabus e mensa● I bambini sono rientrati a scuola ma portandosi il pranzo da casa

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