Mario e i suoi libri, il clochard di Brera esperto d’arte
Da oltre un anno nel quartiere degli artisti. Un passato in Germania, cerca casa e offre cultura
«Io vorrei morire studiando i miei libri d’arte. Analizzare quadri tutta la notte. Poi, alle 5 di mattina, quando il popolo comincia a lavorare, spegnere la luce». Un impermeabile verde scuro indosso anche se fa caldo. Gli occhi azzurri che spiccano nel volto abbronzato. Un trolley con dentro tutti i suoi averi. All’angolo tra via Pontaccio e via Brera, proprio di fronte a «El Beverin», la snella figura di Mario spicca nel viavai di turisti e passanti. Al bistrot gli vogliono bene e custodiscono in un armadio tutti i suoi libri. «Ogni tanto glielo
Una volta in un museo in Danimarca iniziai a fare la critica di un’opera a voce alta e la gente si fermava ad ascoltarmi
diciamo: “Mariè”, tieniti qualcosa per mangiare. E invece lui appena ha raccolto due spiccioli, va a comprarsi un libro», raccontano.
«Esperto d’arte in cerca di alloggio e senza reddito» recita il cartello che tiene esposto. «Sono autodidatta, ma sono quarant’anni che studio l’arte gotica e rinascimentale e le sue connessioni con la cartografia — dice orgoglioso —. Una volta in un museo in Danimarca ho cominciato a fare la critica di un’opera a voce alta e la gente si fermava ad ascoltarmi. Ho fatto scoperte che cambieranno i libri di storia» assicura.
Per trentasette anni ha vissuto in Germania. «Sempre in strada, ma negli ultimi 12 anni ad Augusta mi avevano assegnato un appartamento di 27 metri quadrati e il necessario per i pasti. Ma poi sono stato operato tre volte alla gamba e sono tornato qui, nella città in cui sono cresciuto. Le mie scoperte laggiù non erano ben viste» dice sospettando complotti.
E così da sedici mesi vive a Brera, il quartiere degli artisti. «Ma è un disastro, io voglio fare una vita da studioso vera e propria, invece di notte mi hanno rubato i libri» s’indigna. Trovare un alloggio, però, è difficile. Mario ha 67 anni, ma non percepisce la pensione, né ha più contatti coi suoi famigliari. «Sono nato in Puglia in una famiglia che mi ha dato una buona educazione» racconta ancora «mia nonna era insegnante elementare di Aldo Moro. La mia bellissima mamma, invece, ebbe tre figli e due mariti, e mi portò qui a Milano a 15 anni. Però poi ho fatto degli sbagli e sono finito in galera». A chi si ferma a discorrere con lui, Mario parla solo delle sue scoperte «Io studio per il bene dell’umanità. Il denaro non lo amo. Serve solo per nutrirsi».