Corriere della Sera (Milano)

«Acquisti nel centro storico ma periferie semi-deserte Manca una guida ai servizi»

Il coordinato­re Meghnagi: errore non spegnere Area C

- S. Bet.

Numeri ufficiali non ce ne sono. Per capire quanti hanno resistito e quanti invece hanno scelto di tirar giù la serranda, bisogna sentire i commercian­ti stessi. Gabriel Meghnagi, consiglier­e di Confcommer­cio e referente delle associazio­ni di via, prova a fare un bilancio.

Quante aperture nelle settimane centrali d’agosto?

«Direi più dell’anno scorso, con differenze da quartiere a quartiere. Nelle vie centrali quasi tutti i negozi erano aperti, anche nel giorno di Ferragosto. In Brera si è lavorato bene grazie ai turisti. Per le periferie, difficile fare un discorso unico. In via Padova pochi esercenti hanno fatto vacanza, il Corvetto si è svuotato. In viale Tunisia, il 70 per cento ha abbassato la clèr».

Sbagliato non attivare il portale per segnare le chiusure?

«Una guida servirebbe, ma non tutti aderivano al portale in passato e se non è aggiornato dice poco. Non so in quanti lo guardasser­o». Perché i commercian­ti dovrebbero ridursi le ferie estive?

«Si tiene aperto per non perdere i clienti affezionat­i, anche se si fattura poco. Altrimenti gli acquirenti si abituano ad andare altrove e poi non tornano indietro. Oltre che un servizio, è un gesto che tutela gli affari per il futuro». Come sono andati i saldi? Le ferie spezzettat­e dei milanesi hanno aiutato?

«Rispetto al 2017 direi un meno cinque per cento, dovuto alla partenza tardiva. Sarebbe stato meglio cominciare con gli sconti il 2 luglio, e non aspettare il 7 proprio perché i residenti anticipano il periodo di ferie. Senza i turisti sarebbe stato anche peggio. Bisogna tenere conto che il saldo

estivo dura poco, al massimo fino al 25 luglio, e l’importo delle compere è inferiore rispetto all’inverno».

Come migliorare l’offerta?

«Non voglio fare polemica, ma penso che sia stato un errore non sospendere Area C nelle settimane centrali d’agosto. Avrebbe permesso a chi è rimasto in città di girare e fare acquisti. Non credo che quelle poche auto incidano sull’inquinamen­to. Per i turisti, sarebbe bene aumentare la frequenza dei mezzi pubblici e pensare a più eventi per trattenerl­i in città a lungo. Servono poi altri tipi di attrazioni per i residenti. È necessario animare le periferie che altrimenti rischiano di svuotarsi».

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