Sala: «Periferie, calpestata la nostra dignità»
«Decisiva anche la partita M5». Via Palmanova, consegnati 4 alloggi
Sarà decisivo l’autunno. Per il sindaco Beppe Sala sarà il momento giusto per vedere se sarà stata trovata una correzione a quel «congelamento» fino al 2020 dei progetti cofinanziati dallo Stato attraverso il bando periferie. E se dal nuovo governo si avranno maggiori certezze sui fondi per portare la M5 a Monza.
Intanto, il giorno dopo, se è possibile, Sala è ancor più «arrabbiato» per lo sgambetto sui fondi per le periferie. «Non calpestiamo la dignità dei sindaci, bisogna rimediare, perché ci abbiamo messo la faccia su quei progetti». Lo stop ai 18 milioni di euro da Roma per il prolungamento della metrotranvia 7, la nuova scuola media e il completamento del parco pubblico sono un brutto colpo. «Ma abbiamo fatto una promessa. E ora dobbiamo mantenerla», spiega il sindaco che definisce «un errore» il voto favorevole del Pd. In queste ore intanto, insieme agli assessori e agli uffici, si stanno studiando le contromisure: «Troveremo la soluzione per andare avanti comunque». «In ogni caso il Comune vuole realizzare le opere indicate e non perdere tempo», condivide l’assessore all’Urbanistica, Pierfrancesco Maran. Che indica una via d’uscita. «Rispetto ad altre città il nostro vantaggio è che abbiamo costruito il bando cofinanziando le opere: questo potrebbe significare andare comunque a gara nel 2019, pagare i primi avanzamenti dei lavori con risorse comunali e la seconda parte nel 2020 con i contributi statali. Va detto che è un modo per mettere una pezza perché significa dover riaprire procedure, ricontrattare col governo risorse per cui lo Stato si era già impegnato».
Sono invece salvi dal provvedimento i 51 interventi su 30 Comuni coordinati da Palazzo Isimbardi, tra cui i progetti sulle stazioni della M2 fra Cimiano e Gessate. «La Città metropolitana non è coinvolta». Comunque sia, Sala non intende mollare la presa sull’obiettivo. E se da una parte si rischia di frenare, dall’altra bisogna accelerare. Così, mentre continua a infuriare la polemica, il sindaco ieri si è presentato in via Palmanova per assegnare quattro alloggi popolari e smuovere quel «contatore» che entro fine mandato deve arrivare a quota tremila. Gli appartamenti da affidare sono nel caseggiato di via Palmanova e fanno parte di quelle dodici case sgomberate poco più d’un mese e mezzo fa: sono bastati neanche due mesi per liberarle, ristrutturarle da cima a fondo e assegnarle. «Certo questa e un po’ un’eccezione, e dobbiamo ammettere che non siamo sempre così rapidi — confessa Sala —. Ma l’ho fortemente voluto per dimostrare che si può». «Finora ne abbiamo consegnati 275, da aprile, e vogliamo consegnarne 560 per la fine dell’anno. Penso che ce la faremo perché anche il sistema che abbiamo adottato adesso funziona meglio. Sono ottimista».