Il manager del design docente alla Bocconi dal piglio internazionale
Nato a Mantova nel 1961 ma è professionalmente milanese. Alberto Bonisoli, da ieri ministro della Cultura. La sua chiamata nell’esecutivo gialloverde lascerà infatti vacante la guida del Naba, la Nuova accademia di belle arti di cui Bonisoli è direttore dal 2012.
Esperto di alta formazione e design, sviluppatore di progetti internazionali, il neoministro si è speso sempre nell’ambito della ricerca, del management e della progettazione, senza peraltro rimanere estraneo dal mondo politico-istituzionale. Partito dalla Laureate international universities — network americano per l’istruzione, che ha poi acquisito e controllato Naba eD omu sA cademyt ra il 2010 e il 2017 —, ha collaborato col Ministero dell’Istruzione (dove ritrova ora l’altro milanese Bussetti) come senior consultant dal 2005 e il 2007. È stato anche docente di Innovation management all’università Bocconi, ha collaborato come consulente di istituzioni pubbliche italiane ed europee, e dal 2013 guida la piattaforma Sistema formativo moda, un’ associazione concepita per promuovere e rafforzare a livello internazionale la formazione italiana nella moda.
Dal punto di vista politico, al di là delle simpatie manifestate per il Movimento Cinque Stelle, ha scelto di impegnarsi in prima persona alle elezioni politiche del 4 marzo scorso, candidandosi alla Camera nel collegio uninominale di Milano 1. Il responso delle urne non è stato trionfale: il manager del design ha preso meno voti di Bruno Tabacci del centrosinistra e di Cristina Rossello del centrodestra. Ma adesso al governo ci va lui.