Fabrizio Moro a nudo «Mostro le mie fragilità»
Girare l’Italia in tour, per Fabrizio Moro è una sorta di viaggio terapeutico per vincere le paure in un mondo pieno di ostacoli. Per cercare la pace «e dare una senso a una vita sbagliata». Una tregua emotiva difficile da raggiungere per il cantautore romano, che stasera arriva al Carroponte (via Granelli 1, ore 21, e 25) con il tour promozionale del suo nono album chiamato, appunto, «Pace», un disco che è una riflessione intima e personale sulla propria vita, fra ballate, rap e rock. Volto popolare tra il pubblico degli adolescenti (è uno dei prof di «Amici», ma è in dubbio la sua presenza nella prossima edizione), Moro si mette a nudo con la sua voce graffiante, mostrando le sue fragilità in brani come «Giocattoli», «La felicità» e «Portami via», l’intensa canzone d’amore dedicata a sua figlia presentata sul palco del teatro Ariston che ha ricevuto la «Menzione Premio Lunezia per Sanremo» come miglior testo nella sezione Campioni. Classe ’75, nato a Roma, nel quartiere periferico di San Basilio, figlio di genitori calabresi, l’artista è stato capace di riscattare la sua timidezza studiando cinema e televisione all’Istituto Roberto Rossellini, imparando anche a suonare la chitarra, il basso e il pianoforte da autodidatta. E a scrivere canzoni che guardano in faccia la nostra società, come in «Pensa», un brano contro tutte le mafie, dove cita pure Cosa Nostra, che gli fece vincere la sezione Giovani di Sanremo nel 2007, a «Fermi con le mani» sul caso Cucchi.