Cinema di ringhiera Casting nei quartieri per scegliere i cortili migliori
NUOVI SCHERMI CINEMA ALL’APERTO Il ministero premia le rassegne di periferia. Ed è caccia alle sedi per l’estate 2017
L’anno scorso è stato un successo. Le serate di cinema nei cortili delle case di periferia hanno fatto il pienone. Non solo: il progetto «Scendi c’è il cinema» del Laboratorio del Giambellino Lorenteggio è arrivato settimo nel concorso nazionale MigrArti promosso dal ministero dei beni culturali. Adesso parte la ricerca dei caseggiati disponibili per la nuova edizione.
Sedie tirate fuori dalle case e sistemate sui ballatoi, nei cortili dei palazzi popolari e di ringhiera, con un grande schermo per la proiezione dei film. Nelle sere d’estate centinaia di persone che assistono, in silenzio, rapite dai suoni e dalle immagini, in alcuni casi in lingue sconosciute ma con i sottotitoli in italiano.
Due rassegne milanesi, che l’anno scorso hanno raggiunto il pienone in fatto di presenze (erano a ingresso libero), incassano ora il premio del ministero per i Beni culturali. Un finanziamento da 10 mila euro va a «Scendi c’è il cinema» che il Laboratorio di quartiere del Giambellino-Lorenteggio promuove dal 2012: il progetto è arrivato settimo tra oltre quattrocento progetti inoltrati da tutt’Italia. Altri 15 mila euro se li aggiudica «Cinema di ringhiera» dell’associazione Nuovo Armenia di Dergano, alla sua seconda edizione.
Il bando lanciato dal Mibact si chiama «MigrArti» e richiedeva come prerequisito un legame forte con il fenomeno dell’immigrazione. Detto, fatto. Le due rassegne non solo presentano film da tutto il mondo, ma coinvolgono nella stessa organizzazione la comunità multietnica che abita i quartieri, uno a Sud Ovest e l’altro a Nord di Milano
«A Dergano, per un terzo abitato da stranieri, le proiezioni a seconda del Paese di ambientazione sono introdotti di volta in volta da un residente del condominio», spiega il regista Antonio Augugliaro, anche autore (con Gabriele del Grande e Khaled Soliman Al Nassiry,) del docu-film «Io sto con la sposa», caso internazionale di crowdfunding. In questo caso è appena scattata la ricerca di caseggiati disponibili ad ospitare le nuove proiezioni: «Abbiamo i fondi per gestire quattro serate e stiamo selezionando i cortili più adatti — continua, dal quartier generale dell’associazione, nella ex stalla di Villa Hanau di via Livigno —. Anche stavolta saranno nostri partner gli studenti della scuola Asnada, che l’anno scorso con alcuni residenti raccontavano, in ogni serata, una storia in doppia lingua, anche in quella del film proiettato». Prove di vicinanza e integrazione: riuscita, almeno in quelle serate, con l’aiuto del cinema.
Il festival autogestito più collaudato e noto di Milano è però «Scendi c’è il cinema», con cui il Laboratorio di quartiere anima i cortili di via Lorenteggio e Giambellino. È la prima volta che la rassegna ottiene da Roma dei finanziamenti: si è subito piazzata in cima alla classifica, tra più di quattrocento progetti e 1.500 associazioni partecipanti. «Per la prossima edizione prepariamo dieci appuntamenti, forse dodici se ne aggiungeremo due con performance teatrali invece che cinematografiche, anche grazie al contributo offerto dalle chiese protestanti per festeggiare i 500 anni della Riforma — dice Luca Sansone, uno dei promotori del Laboratorio —. L’obiettivo è vivacizzare i caseggiati popolari, creare condivisione, ma anche dare una visibilità per denunciare le condizioni di degrado». Il sogno è replicare le iniziative in tanti altri quartieri: «Secondo noi le arene estive all’aperto dovrebbero essere tutte gratuite e partecipate — dicono —. Sarebbe bello avere un coordinamento centrale al Giambellino, formare un gruppo di residenti in modo che siano in Multiculturali Fondi ai progetti che aiutano l’integrazione A Villa Hanau nasce la prima sala interetnica
grado di montare lo schermo e allestire le proiezioni anche in altre parti della città, finora sguarnite».
Il coinvolgimento degli abitanti nell’organizzazione di eventi all’aperto è incoraggiato dal Comune. In questo caso, con il bando MigrArti, ad essere incluse nelle attività sono anche le comunità di immigrati stabilmente residenti a Milano. «Si valorizzano le loro culture di provenienza: persone che abitano vicine hanno l’occasione per scambiarsi saperi e bisogni», sottolinea ancora Sansone. E Augugliaro, per Nuovo Armenia: «Stiamo cercando fondi per un progetto ambizioso, e in parte li abbiamo trovati. A Villa Hanau vorremmo creare il primo cinema interetnico della città, con proiezioni di film in lingua tutto l’anno, anche on demand, secondo i desideri di tutte le nazionalità che vivono tra Dergano e Bovisa».