Boschi puliti a Cosio I cittadini latitano ci pensano i profughi
Il sindaco: i residenti forse distratti dal ponte L’hotel che li ospita: orgogliosi dei nostri ragazzi
Armati di scopa e ramazza hanno ripulito il fondovalle dai rifiuti gettati nelle aree boschive e a bordo strada. Loro, tutti profughi, cultura e abitudini diverse, al centro di minacce in passato e di polemiche non ancora sopite, sono stati determinanti nella riuscita della giornata del «verde pulito» indetta domenica dall’amministrazione comunale di Cosio Valtellino. Protagonisti una trentina di emigranti tra i novanta ospitati all’hotel Bellevue, nella frazione di Regoledo, in attesa del riconoscimento dello status di rifugiati politici. Quello che non hanno fatto gli abitanti del paese, lo hanno fatto loro.
«Un contributo assolutamente rilevante», spiega il sindaco Alan Vaninetti, non nascondendo la delusione per la scarsa partecipazione dei suoi concittadini. «Probabilmente la concomitanza con il ponte festivo ha svuotato in buona parte il paese,
quindi anche coloro che magari avrebbero voluto partecipare ma alla fine non l’hanno fatto — prosegue il primo cittadino —. Resta il fatto che l’intervento dei trenta profughi è stato importante. Ci hanno davvero aiutato molto».
Una giornata di lavoro intenso, la prima di una serie di iniziative dedicate alla cura degli spazi verdi già messe in campo dall’amministrazione per tutto il 2017. Hanno aderito la protezione civile, gli alpini e il gruppo «Insieme per Sacco», oltre a una quarantina di cittadini.
«La partecipazione degli abitanti è stata piuttosto scarsa, almeno rispetto alle aspettative — precisa Vaninetti —. Per fortuna la presenza dei profughi ospitati nella struttura alberghiera del paese ci ha permesso di intervenire su più fronti: nella frazione di Valgerola, sui sentieri e i percorsi di Cosio, mentre nel fondovalle ci siamo concentrati in particolare sul territorio attraversato dalla statale 38 nella zona in corrispondenza con la rotonda di Regoledo».
Alla fine sono stati raccolti più di venti sacchi di spazzatura. Un lavoro duro, fatto però col sorriso sulle labbra. «Riceviamo spesso segnalazioni relative ad aree dove è stata riscontrata la presenza di rifiuti. Ma se poi alla prova dei fatti, l’adesione è scarsa e bisogna contare sui profughi, cadono davvero le braccia», conclude il sindaco di Cosio Valtellino, precisando comunque come l’impegno delle associazioni sia stato molto importante e convinto che i suoi concittadini avranno modo di rifarsi in un prossimo intervento di pulizia già previsto lungo le strade che conducono alle località di villeggiatura sopra il paese.
Estrema invece la soddisfazione del titolare dell’hotel Bellevue, ormai interamente occupato dai profughi. «Alla lunga ho avuto ragione. Le persone hanno iniziato a capire quello che io sostengo da almeno due anni — spiega soddisfatto Giulio Salvi — .Non è solo una questione di business, come in molti mi hanno accusato di fare, ma di integrazione, coinvolgimento, comprensione. Sono persone, non sono pacchi. Hanno cultura e abitudini diverse ma non devono fare paura, se motivati nel modo giusto possono fare molto per gli altri e per il nostro comune. Prendere scopa e rastrello è stato un modo per ringraziare chi li ospita e porre fine a un ozio che certamente non li aiuta. Sono orgoglioso di quello che stanno facendo i miei ragazzi», conclude Salvi.
E oggi, quella lettera di minacce ricevuta in passato subito dopo avere spalancato le porte del suo albergo ai richiedenti asilo, sembra più lontana e fa un po’ meno male.
La «raccolta» Gli immigrati hanno riempito 20 sacchi di rifiuti recuperati tra il verde e lungo le strade
Vaninetti Il paese può fare di più, sono certo che avrà occasione di rifarsi