Estorsioni e rapine come nei film Allarme per la sindrome Gomorra
Dall’hinterland al Pavese, le storie dei giovani cresciuti tra armi e tattoo
Due amici in primo piano per una foto con lo smartphone. I capelli rasati ai lati, i baffetti appena accennati. E le «Vele» di Scampia sullo sfondo. Cartolina da Napoli, per due ventenni dell’hinterland milanese arrestati per una serie di rapine sui treni e, come hanno accertato i carabinieri, fan devoti della fiction Gomorra. Attratti al punto da diffondere, tramite social network, immagini ricordo di loro due nel degradato quartiere napoletano, simbolo della popolare serie televisiva. Non il Vesuvio, o il Golfo, ma Scampia.
Sedotti dall’ideale del «guappo di periferia» tanto da emularne l’aspetto esteriore (l’acconciatura, i tatuaggi, la catena o il rosario al collo) e gli atteggiamenti, tra foto in posa con le armi (giocattolo) in pugno, la mazzetta di banconote in mano, lo sguardo da «duri». Foto corredate da commenti ed «emoticon», perché va bene atteggiarsi, ma non era neanche il caso di prendersi troppo sul serio.
Mode sempre più diffuse tra la bassa manovalanza criminale, come riferiscono dal comando provinciale dell’Arma di via Moscova, e non solo. Caso recente: la banda smantellata dai carabinieri di Vigevano nell’operazione «Cave canem», dedita ad estorsioni, traffico d’armi e truffe, aveva in Gomorra una delle sue fonti di ispirazione per sancire il loro controllo del territorio nella provincia pavese.
Nel caso dei due rapinatori arrestati dai militari di Rho, l’immagine di riferimento è sempre quella dei camorristi raccontati da Roberto Saviano e altri autori. Senza, naturalmente, lo stesso spessore criminale. Marco C. e Marco P, 19 e 21 anni, il primo di Garbagnate Milanese, l’altro di Pioltello, quartiere Satellite, pregiudicati, prendevano di mira soprattutto i ragazzini, ai quali rapinavano soldi e cellulari sul treno o alle stazioni ferroviarie nelle località tra Rho e la provincia di Varese.