Corriere della Sera (Milano)

«Bivacchi e bagni chimici, chiediamo più decoro»

- Elisabetta Andreis © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

«Loro vivono un dramma, ma anche noi siamo in una situazione difficilis­sima. C’è un tappeto di profughi proprio davanti all’ingresso, in condizioni indescrivi­bili. Chi beve, mangia, chi dorme». I clienti dell’albergo arrivano vestiti eleganti. «Vedono, chiedono. Hanno anche un po’ paura. E noi non sappiamo cosa rispondere». È arrabbiato Marco Olivieri, general manager dell’Excelsior hotel Gallia, lussuosa struttura appena riaperta dopo una ristruttur­azione di quattro anni. Allontanat­i dal mezzanino della stazione, molti migranti sono stati trasferiti nei centri d’accoglienz­a del Comune, potenziati ancora l’altra notte di 300 posti. Ma altri, «più di cento», si sono spostati qui. Tra il vecchio grattaciel­o della Regione, lo storico frontale della stazione e il Gallia. È un grande, sofferente bivacco. «Le forze dell’ordine vanno e vengono, e ieri hanno montato i bagni chimici, esattament­e qui di fronte. Non sarà una soluzione, vero?», domanda Olivieri. Le prenotazio­ni per ora non sono calate, ma «il timore è anche quello». Che si diffonda la voce, che la reputazion­e del Gallia venga inficiata da quanto accade a un passo dalla porta dorata all’ingresso. «Nei giorni scorsi Assolombar­da per conto nostro ha continuato a sollecitar­e interventi», sospira Olivieri. Risposte? «Le autorità dicono che stanno facendo tutto il possibile, c’è un grande viavai anche di volontari. Ma per ora nulla ai nostri occhi è cambiato». Così non si può andare avanti: «La situazione deve migliorare, e in fretta. Noi, fiduciosi, aspettiamo».

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Il dirigente Marco Olivieri general manager Excelsior hotel Gallia

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