«Bivacchi e bagni chimici, chiediamo più decoro»
«Loro vivono un dramma, ma anche noi siamo in una situazione difficilissima. C’è un tappeto di profughi proprio davanti all’ingresso, in condizioni indescrivibili. Chi beve, mangia, chi dorme». I clienti dell’albergo arrivano vestiti eleganti. «Vedono, chiedono. Hanno anche un po’ paura. E noi non sappiamo cosa rispondere». È arrabbiato Marco Olivieri, general manager dell’Excelsior hotel Gallia, lussuosa struttura appena riaperta dopo una ristrutturazione di quattro anni. Allontanati dal mezzanino della stazione, molti migranti sono stati trasferiti nei centri d’accoglienza del Comune, potenziati ancora l’altra notte di 300 posti. Ma altri, «più di cento», si sono spostati qui. Tra il vecchio grattacielo della Regione, lo storico frontale della stazione e il Gallia. È un grande, sofferente bivacco. «Le forze dell’ordine vanno e vengono, e ieri hanno montato i bagni chimici, esattamente qui di fronte. Non sarà una soluzione, vero?», domanda Olivieri. Le prenotazioni per ora non sono calate, ma «il timore è anche quello». Che si diffonda la voce, che la reputazione del Gallia venga inficiata da quanto accade a un passo dalla porta dorata all’ingresso. «Nei giorni scorsi Assolombarda per conto nostro ha continuato a sollecitare interventi», sospira Olivieri. Risposte? «Le autorità dicono che stanno facendo tutto il possibile, c’è un grande viavai anche di volontari. Ma per ora nulla ai nostri occhi è cambiato». Così non si può andare avanti: «La situazione deve migliorare, e in fretta. Noi, fiduciosi, aspettiamo».