Corriere della Sera - La Lettura

E Mondrian tolse il e lasciò solo il

Grigio rosso

- Di ALESSANDRO ZANGRANDO

Il debutto della linea retta, protagonis­ta assoluta sulla tela. L’astrazione come punto di non ritorno, quando la figura lascia il posto ai paesaggi della mente. Composizio­ne n. 1 con grigio e rosso 1938 / Composizio­ne con rosso 1939 (sopra) di Piet Mondrian (1872-1944) è un’istantanea del Novecento, delle sue poetiche. Il quadro (un olio su tela di 105 centimetri per 102) sta per lasciare la sala sul Canal Grande della Collezione Peggy Guggenheim di Venezia per un restauro che durerà circa un anno. Qualche indizio sui motivi del progetto di recupero è contenuto nel titolo stesso dell’opera, che ha avuto due stesure: nella seconda, in particolar­e, Mondrian ha coperto un riquadro grigio in alto a sinistra, lasciando il rosso come unico elemento colorato. Quando Peggy Guggenheim (nella foto in alto, accanto all’opera di Mondrian) comprò la tela, a New York nel 1939, la modifica era già avvenuta.

Il senso del restauro è quello di studiare i motivi di questo ripensamen­to, che va nella direzione di una maggiore essenziali­tà, di una semplicità che non ammette distrazion­i. «Non c’è solo questo — spiega Luciano Pensabene Buemi, conservato­re della collezione —. Siamo di fronte a uno dei pochissimi quadri che Mondrian dipinse durante i due anni, dal 1938 al 1940, del soggiorno londinese. Lo scoppio della guerra lo angosciava. L’ordine sulla tela si può leggere come la sua reazione a quei giorni di grande incertezza e confusione».

Le famose linee non sono quindi segni impassibil­i. «Da vicino si vedono le pennellate di bianco, corpose, vigorose, come se dovessero coprire qualcosa con forza. Tutto questo sarà ancora più chiaro quando sarà rimossa la patina di vernice lucida che è stata aggiunta negli anni Sessanta», continua lo studioso, che eseguirà il restauro con la collaboraz­ione di Ispc, l’Istituto di scienze del patrimonio culturale, e Scitec, l’Istituto di scienze e tecnologie chimiche del Cnr. Tanti, dunque, i significat­i che si nascondono dietro questa austera composizio­ne, uno dei manifesti del Neoplastic­ismo, la corrente fondata da Mondrian e Theo van Doesburg che si proponeva di filtrare il reale con la razionalit­à.

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