Corriere della Sera - La Lettura
Parma, gli allievi dell’università fanno da tutor ai detenuti-studenti
Il diritto allo studio, in quanto diritto inalienabile, deve poter oltrepassare le barriere. Comprese quelle del carcere. Per questo un progetto dell’Università di Parma, aperto ad allievi di tutte le aree di studio, porterà un servizio di tutoraggio all’interno dell’Istituto penitenziario della città, a beneficio dei detenuti che si sono iscritti all’ateneo. Fino a venerdì 28 settembre è possibile partecipare al «Bando per l’attribuzione di assegni per attività di tutorato rivolta a studenti dell’Università di Parma in favore di studenti detenuti presso l’Istituto penitenziario di Parma», retribuito e rivolto agli iscritti dell’ateneo, nell’anno accademico 2017-2018, ai corsi di laurea magistrale e ai dottorati di ricerca (unipr.it/tutorcarcere; termine attività: 30 aprile). «Attraverso il tutoraggio si cerca di dare sostanza al diritto allo studio dei detenuti e di permettere lo scambio tra mondo interno ed esterno, attraverso il confronto e l’interazione umana», spiega Vincenza Pellegrino, delegata del Rettore ai rapporti università e carcere e professore associato di Sociologia dei processi culturali e comunicativi al Dipartimento di Giurisprudenza, studi politici e internazionali. Parma entra a far parte dei «Pup», i Poli universitari penitenziari, già diffusi in altre città, «ma qui per la prima volta si lavorerà anche con detenuti nell’area di alta sicurezza». Il bando ha due livelli di tutoraggio: quello di coordinamento (200 ore, retribuzione: 10 euro l’ora) e quello didattico (30 ore, 20 euro l’ora). Il primo aiuta nel supporto «pratico» (iscrizione agli esami, relazioni con la segreteria...); il secondo prevede un sostegno allo studio delle materie.