Corriere della Sera - Io Donna
Ritorno al passato (recente) per vivere (meglio) il presente
Lo smokey eye, i glitter e il metal. Il cerchietto a zig zag, le sopracciglia sottili, il rossetto mattone. I Novanta, con un po’di Ottanta e Settanta, ricompaiono nell’immaginario di oggi. Un viaggio suggestivo per la Gen Z, e non solo
Dawson’s Creek e Beverly Hills 90210. I Nirvana e le Spice Girls. Il taglio alla Jennifer Beals. E, naturalmente, quello che Vogue ha chiamato “The Rachel”, ovvero il bob di Jennifer Aniston in Friends. Dall’ombretto blu (lo amava Lady Diana) alla coda alta di Ariana Grande, JLO e Bella Hadid, dagli effetti metal ai glitter e bronze, riecco gli anni Novanta, ovviamente frullati con un po’ di Ottanta e un pizzico di Settanta, altrimenti che noia!
Per fare un ripasso: i Novanta sono quelli dello smokey eye (il nero si sfuma a partire dall’eyeliner e si schiarisce sulla parte superiore dell’occhio), dei glitter e del metal. C’è l’eleganza newyorchese dei quartieri alti incarnata dalla sfortunatissima Carolyn Bessette Kennedy con il suo inimitabile biondo, c’è il twist ribelle di Geri Halliwell e Britney Spears, c’è l’influenza grunge. Grazie alla Kardashian Family, abbiamo rispolverato la matita scura per disegnare la bocca. E le lip combo che spopolano su Tiktok, labbra prima definite e colorate, poi coperte da un ricco strato di gloss, effetto super volume. Dopo decenni di big brows (ciao ciao, Cara Delevingne) tornano, anche se non tutti sono d’accordo, le sopracciglia sottili, tracciate a matita.
Torna il cerchietto a zig zag, a New York da Helmut Lang e a Milano da Maryling, omaggio a un’estetica post glam suggerita anche dai nomi della palette “Colour Shifter” di Sephora: Mystic Brown Mushroom, Freaky Pink Rose, Psychedelic Blue Iris, Hypnotic Yellow Sunflower, Strange Red Poppy.
Mancanza di idee o marketing della nostalgia (funziona sempre)? Proust direbbe che ogni generazione ha la sua madeleine, e pazienza se è il Tamagochi, la salopette o l’occhio glitterato. Lo spiega Lucrezia Ercoli nel saggio Yesterday. Filosofia della nostalgia. Più che una fuga dal presente è una strategia per potenziarlo. Ma c’è, in questi eterni ritorni, un tremendo bisogno di solidità, immersi come siamo nell’incertezza. Di qualcosa che nessuno ci può togliere: il passato. Purché non sia troppo vicino (gli anni zero) o troppo lontano (i ’50 e i ’60, già abbondantemente saccheggiati). E per le giovanissime, c’è la scoperta di miniere infinite dalle quali estrarre ogni giorno una tendenza che sembra nuova di zecca.
Le sopracciglia di Pamela Anderson, l’ombretto verde peridoto di Drew Barrymore, il khol pesante di Gwyneth Paltrow, il rossetto mattone di Winona Ryder, le mèches di Gwen Stefani e lo styling di Linda Evangelista sono buoni argomenti per i tutorial. Frammenti di un tempo dove si incontrano la nostalgia nelle quaranta-cinquantenni e lo stupore nella Gen Z che fatica a immaginare il mondo senza smartphone, tablet e Instagram. È un viaggio nel tempo selettivo e soggettivo. Uno spazio per conversazioni impossibili tra oggetti, personaggi, stili di epoche differenti. La guerra nei Balcani, chi se la ricorda? È roba per i libri di storia, ormai. Invece l’ombretto argentato di Carrie in Sex and The City resta, immortale, tra noi.