Corriere della Sera - Io Donna
A fine luglio, il Lipstick Day
Le formule giuste
Pre pandemia, il mercato globale dei rossetti era previsto in crescita da 12 a 18 miliardi di dollari l’anno senza intoppi, da qui al 2025. Le tendenze? Formule biologiche senza piombo, rossetti sempre più lussuosi e griffati (indicativo, in questo senso, il lancio dei primi rossetti di Hermès, o il continuo ampliamento della gamma Gucci Lipstick), oltre alla possibilità di personalizzare tonalità e packaging. Chissà se il 29 luglio, il National Lipstick Day segnerà la ripartenza. Di sicuro, ci invoglierà all’acquisto. Ma su quali formule puntare, quindi, in questo momento?
Il rossetto, dal punto di vista cosmetico, non è altro che un mix di pigmenti, oli, cere ed emollienti come la glicerina. Certo, per resistere a calore e vapore acqueo (o, banalmente, a un pranzo) ci vogliono requisiti speciali: è qui che entrano in gioco le cosiddette formule notransfer, che hanno caratteristiche ben precise. Anzitutto, sono quasi sempre liquide: alle cere si sostituiscono polimeri innovativi e basi acquose o alcoliche che evaporano, fissando così i pigmenti sulle labbra come inchiostri senza farli più muovere. Non c’è mascherina, fazzoletto o cibo che ci riesca, solo appositi detergenti bifasici o oleosi. Tendono anche a essere più pigmentate rispetto ai rossetti in stick: «In una passata vestono le labbra di un colore saturo e fondente effetto seconda pelle sofisticato e pratico, in qualunque finish, dal mat al satinato» garantisce Silvia dall’orto, make up artist Chanel. «La matita per i contorni non è necessaria, perché l’intensità del colore e la precisione degli applicatori è sufficiente».