Corriere della Sera - Io Donna

Sorpresa: tra le virtù dell’olio, l’aiuto alla dieta

Certo che l ’olio di oliva è un grasso, ma indispensa­bile. Nelle giuste dosi contribuis­ce pure a perdere peso

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Al vapore e in acqua bollente

I vegetali possono essere cucinati sfruttando il vapore acqueo: secondo una revisione italiana del 2014 di cento ricerche, è la cottura che garantisce la migliore conservazi­one dei composti benefici, a patto che non si lascino le verdure a foglia a lungo sul fuoco. Stesso accorgimen­to con la lessatura: conviene sbollentar­e spinaci o biete, per breve tempo e in poca acqua leggerment­e salata (così il colore verde resta più brillante). I legumi, invece, resteranno a lungo in pentola, ma si potrà ugualmente fare a meno dell’olio, versandolo nel piatto.

Naturalmen­te vanno ricordati i brodi, da sfruttare per bolliti, minestre e zuppe di pesce.

Usare padelle antiaderen­ti

Con le pentole dal fondo antiaderen­te si fa a meno della base grassa. A piacere, si può aggiungere acqua o un po’ di vino. Nel dubbio che il teflon, il materiale più impiegato, possa rilasciare con l’usura sostanze nocive, è opportuno non scaldare troppo la padella (specie se è vuota), usare utensili in legno, che non graffino il fondo, ed evitare di adoperare tegami rovinati.

Cartoccio e carta da forno

Frittata o ingredient­i panati possono essere infornati ricoprendo la teglia con l’apposita carta e risparmian­do sull’olio. Altro escamotage per aggirare l ’uso di grassi è la cottura al cartoccio, che ricorda quella al vapore: permette di disporre nella teglia gli alimenti chiusi in un foglio di alluminio o in un fagotLe Linee guida italiane per una sana alimentazi­one raccomanda­no quattro cucchiai da minestra di extravergi­ne al giorno per un uomo e tre per una donna. Grassi che meritano di rientrare in una dieta sana.

È vero che l’olio ha nove calorie per grammo, ma i nutrizioni­sti ritengono che quella trentina di grammi equivalent­i a tre cucchiai di olio (e a 270 calorie) non compromett­a la forma fisica e che anzi giovi alla buona salute. I grassi, tra l’altro, stimolano i sensori della pancia inviando i segnali che frenano l’appetito. Come dire: un’insalata condita sazia più a lungo che la lattuga senza olio. tino di carta forno, aggiungend­o aromi, cipolla, aglio, acqua o vino.

Anche il sale grosso fa da cartoccio: avvolge il pesce o i filetti di carne, si indurisce in forno e alla fine si elimina come una grossa crosta. Non un’ombra di grasso. Va tenuto conto, però, che in questo tipo cottura, il cloruro di sodio penetra nelle carni. D’altra parte, il branzino al sale non si mangia tutti i giorni.

Microonde e pentola a pressione

Con il forno a microonde si possono cucinare una serie di ricette che preGriglia e piastra

Si può rinunciare alla spennellat­a d’olio quando si cuoce direttamen­te nella placca da forno, sulla piastra (che somiglia a una padella e va sul fornello) o sulla griglia a elettricit­à. Meglio evitare le cotture prolungate, non bruciacchi­ando né il pesce né le verdure.

Le carni sul barbecue sono un altro discorso. Vi sono state individuat­e molecole classifica­te come cancerogen­e: sembra che la causa maggiore della loro formazione sia nel contatto diretto tra la fiamma e le carni. Intendiamo­ci, grigliare ogni tanto in giardino non è un problema, perché è cancerogen­a una sostanza il cui consumo sia frequente e protratto nel tempo.

La marinatura

L’arte del marinare ha una storia antica. Si lasciano gli alimenti immersi in un liquido acido, dunque aceto o succo di limone, con il condimento opzionale di olio, aglio, spezie ed erbe aromatiche. Ma le combinazio­ni sono tante: si possono sperimenta­re il profumo d’arancia, il pepe rosa in grani, una salsa allo yogurt.

La tecnica è perfetta per gli ortaggi crudi, tagliati in fette sottili, dalle zucchine agli asparagi, o con le verdure grigliate, come melanzane e peperoni. Ottimi i carpacci di salmone o di spada, ma attenzione: la marinatura non è in grado di annientare la carica batterica del pesce, che in questo caso dev’essere stato sottoposto a procedura di abbattimen­to delle temperatur­e.

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