Corriere della Sera - Io Donna

Quello che le donne raccontano

- Antonella Baccaro body shaming,

sterchef. Titolo: «Valeria: “Adesso dovrò mettermi a dieta”». Odilia chiedeva: «Voi credete che se avesse vinto un uomo sovrappeso il titolo sarebbe stato lo stesso? Ma qui si tratta di una donna, e allora l’aspetto fisico prima di tutto». E poco conta per Odilia che il nostro pezzo spiegasse che, ex post, Valeria aveva rinnegato quella frase detta “a caldo”, immaginand­o la propria foto sulla copertina del libro di ricette. E che aveva riscoperto la propria bellezza, al punto di non essersi messa a dieta per fare quelle foto.

Ora a nessuno sfugge che esiste una tirannia della bellezza che ci condiziona in mille modi ed è basata su criteri di piacevolez­za dettati dal gusto maschile. Lo dice molto bene un’altra lettrice, Silvia, citando l’autrice femminista Laurie Penny: «Di tutti i peccati femminili, la fame è il meno perdonabil­e». E ancora: «Se abbiamo desideri, ci si aspetta che li nascondiam­o e li teniamo sotto controllo. Dobbiamo essere oggetti del desiderio, non esseri che desiderano».

Va bene. Ma nello stesso modo in cui senza riserve denunciamo il cioè il bullismo che prende di mira il corpo, d’altra parte ci chiediamo se il suo opposto debba essere l’assoluto sdoganamen­to del sovrappeso. Lo diciamo con la consapevol­ezza di chi l’ha combattuto in varie fasi della vita. E avendo capito, a un certo punto, che il problema non è la bellezza ma la salute. L’obesità, care amiche, non è libertà.

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