Una nuova base per l’elisoccorso: in via Ghislandi
La Regione ha scelto, serve una variante al Pgt
L’Agenzia regionale per l’Emergenza-urgenza (Areu) ha scelto il primo luglio la nuova base per l’eliambulanza bresciana: sarà in via Ghislandi, zona industriale a sud dell’A4. Si tratta di un’operazione da due milioni di euro. Ora la palla passa al Comune di Brescia, che dovrà approvare una variante al Pgt dato che l’area prescelta per l’eliporto è agricola.
Il dado è tratto, la scelta è stata presa il primo luglio. L’Agenzia regionale per l’Emergenza-urgenza (Areu) ha scelto via Ghislandi: sarà su questo terreno, in una zona industriale a sud dell’A4, che sorgerà l’eliporto di Brescia. Gli Spedali Civili, Poliambulanza e le altre strutture della provincia avranno una base moderna e tecnologica per far decollare e, soprattutto, parcheggiare l’eliambulanza gialla che, in 25 minuti di volo, può raggiungere il Tonale così come la Bassa Mantovana.
A differenza dei mesi scorsi, quando Palazzo Lombardia stava valutando l’affitto del terreno con riscatto, la decisione è caduta sull’acquisto diretto del terreno di proprietà della Siab srl. «Nel piano di riordino della rete ospedaliera – ricorda l’assessore Fabio Rolfi – abbiamo inserito anche la somma necessaria per finanziare l’opera». Si tratta di due milioni di euro. Ora la palla passa al Comune di Brescia, che dovrà approvare una variante al Pgt dato che l’area prescelta per l’eliporto risulta agricola. Una modifica urbanistica che tutti si aspettano come un passaggio condiviso e celere. «Più che un passaggio veloce, ci aspettiamo qualcosa di immediato» dice il direttore generale di Areu Alberto Zoli. Nulla in contrario dalla Loggia, che però spiega: «Il percorso prospettato è un Accordo di programma in cui Regione, Provincia e Comune di Brescia avrebbero portato avanti questa operazione, in maniera congiunta. Questo – spiega l’assessore all’Urbanistica di Brescia, Michela Tiboni – è il percorso da attivare». Per lei quindi la palla torna nelle mani della Regione stessa, chiamata a muovere la prima pedina dell’iter procedurale. «Ad Areu abbiamo sempre detto che li avremmo acc omp a g n a t i i n q u e s to percorso, una volta fatte tutte le verifiche di carattere ambientale rispetto al contesto» puntualizza l’assessore Tiboni.
Le premesse per procedere insieme sembrano esserci tutte, dato che è interesse dell’intera società che l’eliporto resti sulla città. Lo sa anche Zoli ( Areu), che conosce i tempi lunghi delle procedure pubbliche: «Stiamo facendo di tutto per evitare che si debba ricorrere a Montichiari» come luogo dove parcheggiare l’eliambulanza. Il punto infatti non è l’atterraggio, che rimane come sempre sulle piazzole degli ospedali, ma l’hangar dove far sostare il velivolo. «Con via Ghislandi – dice Rolfi – risolviamo un problema strutturale», visto che la piazzola del Civile funziona da anni come parcheggio, ma solo in deroga alle prescrizioni dell’Enac. «Ora invece l’elibase rimarrà sul territorio di Brescia» fa notare Rolfi. E quando la struttura sarà operativa, Areu potrà fornire gli ospedali della Lombardia orientale «di un velivolo più grande e più performante». Negli ultimi anni, infatti, la tecnologia ha fatto passi da gigante in questo settore. E non a caso l’attuale eliambulanza di Brescia è l’unica abilitata al volo notturno insieme a quella di Como. «Con una base moderna – spiegano da Areu – questo servizio avrà ancora più futuro. E potrà ampliare il proprio raggio d’azione».
Tra progetto preliminare e definitivo, bando per i lavori e assegnazione, l’eliporto non sarà operativo prima di 12-18 mesi. Ma almeno si è usciti dalla sabbie mobili dell’incertezza. Infatti, a fine febbraio Areu aveva ricevuto quattro manifestazioni d’interesse, ma solo due proposte erano in lizza. La prima ipotesi era quella di via Caprera, vicino alla Fiera, dove l’iter era però complicato dalla necessità di dover mettere in sicurezza le scorie di acciaierie accumulate lì negli anni: era in corso di valutazione l’idea di copertura dell’area ( capping), ma c’erano diversi intoppi, sollevati anche dai tecnici del ministero dell’Ambiente. L’altra carta, nata più di recente, era quella che ha vinto: un terreno a sud dell’autostrada, «libero da vincoli» – elemento giudicato fondamentale – e lontano da aree residenziali. Intorno ci sono solo capannoni, tra cui la Motorizzazione civile. L’area catastalmente è agricola, perciò servirà una variante al Piano di governo del territorio per rendere possibili i cantieri. Ed è qui che entra in gioco il Comune di Brescia. Tuttavia, già settimane prima dell’epidemia Covid, i capogruppo di minoranza in Loggia avevano espresso al sindaco Emilio Del Bono la volontà di lavorare insieme per l’eliporto. Se il tema è bipartisan, sarà tutto più facile.
"Rolfi Con questa scelta risolviamo il problema con l’Enac L’elibase rimane a Brescia, non finisce a Montichiari