Test pubblici: il 62 per cento ha gli anticorpi
Un dato doppio rispetto alla media lombarda
Il 62,2% delle 3390 persone chiamate da Ats per i test sierologici ha sviluppato anticorpi al Covid. Una percentuale quasi doppia rispetto alla media lombarda e quadrupla rispetto ai test privati fatti in provincia.
Il 62,2% dei quasi 3 mila e quattrocento bresciani chiamati da Ats per effettuare il test sierologico è stato trovato positivo agli anticorpi Covid. Una percentuale di gran lunga maggiore alla media lombarda, fornita ieri dall’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera: «È positivo il 34% su 14.530 cittadini esaminati» ha detto.
Si tratta di persone che erano in isolamento perché avevano una sintomatologia riferibile al Covid o di famigliari che sono stati a stretto contatto con loro. Per i primi è scattata la segnalazione del medico di famiglia all’Ats che ha sua volta li ha contattati per i prelievi. «Stiamo testando tutti quelli che ne hanno bisogno e stiamo cercando di recuperare gli arretrati» ha aggiunto Gallera.
I 2019 positivi sono stati sottoposti anche a tampone faringeo per capire se sono ancora infetti: il 20% (ovvero 421 persone) hanno ancora una carica virale attiva e sono stati messi in quarantena per 14 giorni. Sono dati importanti, che dicono come nel Bresciano il virus abbia incontrato più persone che a Bergamo. Interessante anche le differenze geografiche dei positivi. Nella prima settimana di esami pubblici Diasorin (quelli scelti dalla Regione), ovvero dal 23 al 30 aprile, dei 415 cittadini esaminati agli spedali civili di Brescia e Montichiari solo il 50,4% aveva sviluppato anticorpi. Mentre nella stessa settimana la percentuale di positivi (163 soggetti) sfiorava il 69% nella Asst Franciacorta. Alta anche quella dell’Asst del Garda (punti prelievo a Desenzano e Manerbio): dal 23 aprile al 20 maggio sono state testate 927 persone e il 64,1% era positivo. A chiudere il filotto di dati ci sono i 1813 abitanti mandati da Ats nei centri Synlab (convenzionato) di Brescia, Castenedolo e Rovato: il 63,1% era positivo. Minore invece la percentuale di sanitari che hanno anticorpi: il 14% dei 470 soggetti testati. «Vuole dire che gli operatori si sono protetti in maniera adeguata, nonostante i pochi dispositivi a disposizione» ha commentato ieri l’assessore Gallera (anche se in altre regioni il numero dei sanitari che hanno incontrato il Covid è stato minore). Certo la platea dei cittadini esaminati riguardava i casi sospetti (quelli con febbre oltre 37.5°C vengono mandati direttamente a fare il tampone). Infatti i numeri di positivi dei test privati che i cittadini stanno facendo a proprie spese (a Synlab, Poliambulanza, Novolabs o Affidea) riportano tutt’altre percentuali: hanno anticorpi il 14% di loro e di questi solo il 10% risulta positivo al tampone.
Il peggio però sembra essere passato ha detto ieri Gallera: «L’indice di contagiosità in Lombardia è sceso da 0,62 a 0,51 da moderato a basso. Significa che io potenzialmente devo entrare in contatto con due infetti per essere contagiato. L’indice è più alto in Veneto (0.56) in Abruzzo (0,89) in Lazio (0,71) ma anche in Sicilia (0,69) e Toscana (0,59).
"Gallera L’indice di contagio in Lombardia è sceso da 0,62 a 0,51: è più basso che in altre Regioni. Significa che devo incontrare due infetti insieme per contagiarmi