Dal Gore-Tex il nuovo materiale anti-Covid
La membrana alternativa si chiama Ptfe, è prodotta modificando il famoso polimero traspirante e la realizzerà la start up Flon Project con Solvay
Nasce dalla collaborazione fra il colosso chimico belga Solvay e la start-up bresciana Flon Project la nuova membrana alternativa a quella comunemente utilizzata per produrre le mascherine.
Dall’ etilene vin il acetato al poli tetra fluoro etilene, il materiale cioè reso famoso da Gore-Tex e che oggi potrebbe estendere la sua già versatile applicazione a una nuova generazione di mascherine antiCovid made in Italy.
A lanciare la sfida è la Flon Project Italy, start up fondata nel 2016 con sede a Zocco di Erbusco che è oggi in grado di realizzare una nuova membrana in, appunto, Ptfe a partire da una sperimentazione realizzata con il Politecnico di Milano e la multinazionale belga Solvay la quale, nel suo stabilimento di Spinetta Marengo, in provincia di Alessandria,
ha prodotto il primo prototipo di mascherina a uso chirurgico e civile. L’obiettivo è ora quello di industrializzare la membrana alternativa per fornirne mensilmente un corrispettivo di “tessuto” per realizzare 20 milioni di mascherine competitive dal punto di vista economico con quelle tradizionali in etilenevinilacetato (Eva).
«Desideriamo sollecitare le istituzioni nazionali e regionali a sostenerci per l’ottimizzazione e l’incremento della produzione — spiega Pierluigi Bergometti, fondatore e Ceo dell’azienda bresciana specializzata nella produzione di membrane hi-tech per i settori apparel, industriale ed healthcare —. Quanto oggi previsto per le aziende che producono mascherine non tiene conto di un’azienda piccola come la nostra che però è l’unica in Italia a garantire una produzione locale di strato filtrante alternativo a quelli provenienti dall’Asia».
L’idea insomma è quella di creare una filiera made in Italy, con alle spalle un produttore europeo come Solvay, in grado di approvvigionare con un materiale testato e sicuro le aziende tessili e di abbigliamento che hanno riconvertito le loro linee produttive alla realizzazione di mascherine e camici. «In questi giorni — prosegue Bergometti — stiamo effettuando le certificazioni necessarie, abbiamo già presentato un brevetto europeo e siamo pronti a produrre nel nostro stabilimento. Parliamo di una membrana incredibilmente versatile poiché non crea difficoltà respiratorie come quelle in Eva delle mascherine Fpp2 e Kn95 e può essere sterilizzata senza problemi una decina di volte, dato che il polimero è stabile fino a 260 gradi centigradi».