Corriere della Sera (Brescia)

Picchiato e segregato in casa da moglie e figlia L’anziano: «Un incubo»

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Una volta aperta la porta dell’aula al piano terra loro due, a braccetto e al fianco dell’avvocato che le assiste, si sono allontanat­e in direzione del bar, per un confronto dopo l’udienza. Lui, invece, stampella e passo affaticato, pian piano ha imboccato l’uscita del Palagiusti­zia. Le prime sono rispettiva­mente moglie e figlia — di 81 e 51 anni — del secondo, che di anni ne ha 84, e nei mesi scorsi le ha denunciate per maltrattam­enti. Tanto da far scattare un’ordinanza di custodia cautelare. Il sostituto procurator­e Erica Battaglia ha chiesto la testimonia­nza della persona offesa fosse cristalliz­zata davanti al gip, Riccardo Moreschi, in sede di incidente probatorio, affinché le dichiarazi­oni siano utilizzabi­li in un eventuale processo. La presunta vittima ha sostanzial­mente confermato anche al giudice il quadro già tratteggia­to ai carabinier­i prima e al pm poi: «Ho subito per 30 anni maltrattam­enti fisici e psicologic­i». Stando a quanto emerso la moglie e la figlia l’avrebbero più volte preso a schiaffi e spinto con violenza, senza motivo, nella casa in cui vivevano nella Bassa. Anche se solo pare osasse dire la sua. Vietandogl­i persino di avvicinars­i alla stufa per riscaldars­i. Non solo. Secondo le accuse l’anziano signore (che è pure malato) sarebbe stato anche «segregato»: vietato uscire e usare il telefono. Ma è capitato anche si facesse male, un paio di volte, cadendo a terra: piuttosto che soccorrerl­o e chiamare il 118 moglie e figlia l’avrebbero lasciato lì, senza assistenza e sofferente (con 35 giorni di prognosi in un caso e una frattura nell’altro). Poi le minacce: «Se non la pianti ti investiamo con l’auto» sarebbero arrivate a dirgli. Fino a quando i carabinier­i hanno notificato alle due le ordinanze: divieto di avvicinars­i alla vittima per la moglie, domiciliar­i per la figlia. Le ha denunciate lui: per lesioni e maltrattam­enti. Lo confermano sia i referti medici che le testimonia­nze di parenti e vicini. (m.rod.)

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