Lillo in cattedra «La mia classe suona il rock»
Aquindici anni dal film di Richard Linklater, una delle commedie più divertenti di inizio millennio con protagonista Jack Black e una colonna sonora da far invidia a Woodstock (Clash, Doors, Who, Metallica, Bowie…) arriva anche a Brescia School of Rock, il musical che il genio dei musical Andrew Lloyd Webber ha tratto dalla pellicola, ora in una nuova versione, in italiano, firmata Massimo Romeo Piparo: oggi al Gran Teatro Morato alle 17 con protagonista il comico Lillo (al secolo Pasquale Petrolo) accompagnato da 25 artisti: 12 giovanissimi dall’accademia del Sistina e due band dal vivo, quella del maestro Emanuele Friello e quella dei ragazzi.
Il musical racconta la storia di un chitarrista rock, Dewey Finn, che, trovandosi disoccupato, per vivere si improvvisa insegnante in un istituto di prestigio, collaborando con i bambini per creare una rock band con i fiocchi. A vederlo sembra solo un cicciottello fallito, e in fondo è proprio quello che pensano di lui anche gli altri membri della band. Un chitarrista neanche eccezionale, per di più con la mania di cominciare degli assolo che non smettono mai, senza dimenticare la fissazione dello stage dive, il tuffo dal palcoscenico. Il nostro Dewey vive un omento di difficoltà, ha pure l’affitto da pagare, bisogna escogitare qualcosa per sopravvivere: una telefonata destinata al suo coinquilino con l’offerta di una supplenza sembra l’occasione giusta. Dewey si spaccia per il suo amico, non avendo però la minima idea di cosa voglia dire insegnare. Così, quando scopre il talento musicale dei suoi giovani allievi, decide di introdurli all’unica cosa per cui valga la pena vivere: il rock.
Lillo (stavolta senza il suo amico Greg) il rock ce l’ha nel sangue. Lo ascolta, lo suona da anni: nel
1992 aveva fondato il gruppo rock demenziale Latte & i suoi derivati. Calarsi nei panni di Black è stato un invito a nozze. «Siamo entrambi in sovrappeso, questa è la prima somiglianza — osserva, scherzando — ed è un aspetto che mi piace sottolineare di Jack Black, perché nella comicità io adoro non solo la battuta ma anche la fisicità. Come John Belushi, lui è un comico che usa molto il corpo per esprimersi. Questo è ancora il musical del momento anche a Londra e a Broadway. Per me è un’avventura pazzesca, di grande soddisfazione personale, soprattutto perché è tratto da un film che io ano tantissimo. E poi è bello lavorare con questi ragazzi che sono così pieni di energia che ti fanno dimenticare gli anni che hai. Il rock è uno stile di vita, una filosofia. Chi lo ha vissuto se lo porta dietro per sempre: consiste nel dare voce a quello che senti, è una ribellione a tutto ciò che non ti piace, sia a livello politico che sociale. Gli accordi duri, pesanti, creano empatia. E la storia che raccontiamo insegna a essere liberi e a inseguire i desideri: questi ragazzi che frequentano una scuola di musica classica, alla fine diventano rockettari, scoprono i Deep Purple, gli Ac/Dc, i Queen: band che funzionano ancora».
"Ribelli Il rock è uno stile di vita. Chi l’ha vissuto se lo porta dietro per sempre: è ribellione verso ciò che non ti piace. La storia che raccontiamo insegna a essere liberi e inseguire i desideri