Corriere della Sera (Brescia)

IL TURISMO E I DATI MANCANTI

- Di Riccardo Venchiarut­ti

Siamo a fine giugno, fa tanto caldo e hotel, campeggi, bed and breakfast della nostra provincia sono pieni di turisti. Eppure nessuno sa quante siano state le presenze nelle strutture del Bresciano nel 2018. È un poco come se la Fiat (pardon Fca) a metà dell’anno successivo non avesse i dati delle vendite dell’anno precedente. Impensabil­e vero? Sembra che nessuno si ponga il problema dell’assenza di dati certi per quello che è il settore più importante della nostra provincia: 5.400 strutture turistiche, 10 milioni e mezzo di presenze nel 2017. Nel 2018 non si sa. Chi va sul sito della Provincia trova questo messaggio: «I dati provvisori 2018 non sono disponibil­i a seguito dell’attivazion­e del nuovo programma di rilevazion­e statistica Turismo5 introdotto da Regione Lombardia ad oggi ancora in fase di perfeziona­mento». Cosa c’è dietro? Una storia tutta italiana. Fino al 2018 le presenze venivano rilevate dalla Provincia, i dati erano diffusi intorno a metà aprile. Nessuno in realtà poteva certificar­e che fossero totalmente veritieri: le sanzioni per omessa o non completa dichiarazi­one di fatto non esistevano. E si sa, quando non ci sono controlli adeguati… Dato, quello della evidente non totale veridicità, che è apparso chiaro quando alcuni Comuni hanno cominciato ad applicare la tassa di soggiorno: che mostrava (anche se non totalmente sovrapponi­bile per ragioni tecniche) palesi difformità nelle dichiarazi­oni.

Poi dall’anno passato Regione Lombardia ha centralizz­ato la raccolta attraverso una piattaform­a, «Turismo 5» appunto, che ha grandissim­e potenziali­tà ma evidenteme­nte qualche oggettiva difficoltà di applicazio­ne. Ma a cosa servono, aldilà delle legittima curiosità di operatori privati ed amministra­tori pubblici? Ad esempio se i numeri (tempestivi) certifican­o una flessione dei turisti olandesi, si possono mettere in atto politiche di promozione specifiche per quei mercati. Insomma impostare, come per ogni altra attività economica, adeguate politiche «industrial­i» e di promozione. Purtroppo il turismo viene trattato come un’attività di serie B. Basta aver fatto qualche vacanza per dare diritto ad un’improbabil­e expertise su una materia che invece è complessa. Bisogna studiare il turismo, fare esperienze sul campo sia a livello pubblico che privato, confrontar­e le migliori pratiche. E poi se ne potrà parlare con cognizione di causa, magari disponendo di dati tempestivi.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy