Allevi in equilibrio (precario) sulla tastiera
Allevi venerdì «In equilibrium» al Brixia Forum
Ritorna Giovanni Allevi con la tournée natalizia di Equilibrium, ultimo suo lavoro discografico. Dopo l’Equilibrium Summer Tour di luglio e agosto, l’inevitabile Equilibrium Christmas Tour di dicembre e gennaio sbarcherà venerdì al Brixia Forum di via Caprera. Invariata la squadra messa in campo, che vede Allevi seduto alla tastiera e sul podio dell’Orchestra Sinfonica Italiana, giovane compagine costituita da professori d’orchestra in capo ad alcune delle principali filarmoniche italiane. Per l’occasione, a fianco delle proprie composizioni il pianista piceno non mancherà l’esecuzione di alcune celebri melodie del Natale: novità non proprio originale, a dirla tutta, ma la musica è uno soltanto degli elementi che contribuiscono alla costruzione del personaggio Allevi e del rapporto che lo lega ai fan adora(n)ti: con i suoi riccioloni corvini, le immancabili sneaker, gli occhiali da nerd, l’aria da eterno fanciullo, anche se va per i 50, e l’eloquio emozionale da adolescente, Allevi riesce a comunicare a una fetta delle nuove generazioni — quella che nel personaggio si riconosce — come nessun’altro.
La sua musica è accolta dai sostenitori con appassionata partecipazione, ma severamente bersagliata dalla critica. La disturba?
«Non mi disturba, anzi mi entusiasma, perché è il destino di ogni vero innovatore. Si sono levate contro di me voci talmente autorevoli da farmi pensare di aver sovvertito un ordine. Io continuo per la mia strada con passione e umiltà e magari, come disse Mahler, un giorno verrò rivalutato».
Che cosa intende per musica classica contemporanea?
«Avere il coraggio di affrontare nella composizione forme classiche complesse, come il concerto per violino e orchestra o la toccata e fuga, plasmando in esse ritmi e melodie dei giorni nostri. I compositori contemporanei preferiscono dedicarsi alla musica per film, o a forme più brevi simili alla canzone. Credo di essere il solo in questo percorso, consapevole dei rischi che una tale scelta contro corrente comporta; almeno mi si conceda un certo orgoglio». Come compone?
«Tutto avviene nella mia mente. Solo dopo aver fatto girare la musica nel mio spazio immaginativo, ponendo ogni nota al suo posto, la riporto in partitura di getto, senza ripensamenti. Lo spartito, il pianoforte e l’orchestra arrivano alla fine. Comporre improvvisando al pianoforte credo non sia una buona abitudine, poiché la manualità, con i suoi meccanismi abituali, può limitare la libera espressione della musica».
Che musica ascolta Giovanni Allevi?
«Fondamentalmente cerco di non ascoltare musica di altri, per proteggere la mia voce interiore. Alcune volte m’immergo nelle note del Concerto n.3 di Rachmaninov, che tanto ha ossessionato i compositori dopo di lui; altre volte su internet ascolto il frutto della creatività dei giovani alle prime armi, alla ricerca di una scintilla, anche se la tentazione di omologarsi al minimalismo è dilagante. Eppure questi ragazzi vanno incoraggiati, perché la loro musica è un inno al presente».
Critiche Si sono levate contro di me voci talmente autorevoli da farmi pensare di aver sovvertito un ordine. Forse verrò rivalutato