Più investimenti per gli albergatori
La ricerca di Intesa Sanpaolo: sul Garda oltre 23 milioni di presenze all’anno
Se il turismo in Italia genera il 12% del Pil, non c’è da stupirsi che le banche sostengano gli investimenti di questo settore. Ma la concorrenza è globale. E per non perdere turisti bisogna svecchiare le camere d’albergo, aggiungere servizi come sauna o spa, programmare gite fuori porta alla scoperta del territorio. Cruciale è anche migliorare la propria «posizione» nei motori di ricerca, mezzi ormai imprescindibili. Ma c’è chi ha fatto di più e ha assunto personale capace di parlare non solo inglese, ma anche tedesco o russo.
Gli investimenti nel settore turistico servono. E l’85% delle aziende lombarde li ha sostenuti: in quattro casi su dieci, poi, si è trattato di «investimenti elevati». È quello che emerge da un’indagine che Intesa Sanpaolo ha promosso tra gli albergatori della Lombardia, regione dove si registrano 39,4 milioni di presenze. I dati, presentati a Desenzano, dicono che i flussi turistici — se si esclude Milano — sono diretti soprattutto verso i laghi. Per il bresciano questo vuole dire Sebino, in crescita dopo l’evento di Floating Piers, e il Garda che fa la parte del leone.
Il Benaco è una macchina d’affari capace di macinare più di 23 milioni di presenze all’anno, ossia di persone che hanno dormito almeno una notte in un albergo, residence, camping o casa-vacanza. La sponda veneta attira più di metà di questi flussi (13 milioni nel 2016), mentre i paesi bresciani ospitano più di 7 milioni di persone l’anno: numeri che, nel 2017, sono in crescita dell’8,4% rispetto all’anno precedente.
I dati danno quindi ragione agli imprenditori che investono nel turismo: tra camere d’albergo e indotto, i flussi sono destinati a crescere. E per la stragrande maggioranza si parla di stranieri. Pur essendo ancora minoritari, i turisti che vengono dai cosiddetti «mercati emergenti» sono in aumento. Oggi, infatti, rappresentano quasi un terzo dei turisti che non parlano l’italiano come madrelingua. Si pensi solo ai cinesi: in dieci anni la loro presenza è più che quadruplicata. Tanto che da Pechino e Shangai arrivavano 199 mila turisti nel 2008 e oggi le loro presenze sono quasi 900 mila l’anno. In crescita anche i russi a quota 678 mila (+65%), una clientela molto interessante per gli alberghi di fascia alta che contraddistinguono la sponda bresciana del Garda. Ma per non perdere questi turisti bisogna investire.
Come emerge dall’analisi di Intesa Sanpaolo, gli imprenditori del settore considerano «leve fondamentali» sia la disponibilità di finanziamenti a medio e lungo termine sia il supporto alla consulenza. Con un trend in continuo aumento dei flussi e, ancora di più, degli stranieri, il turismo rappresenta «un comparto chiave per la crescita del nostro Paese» ha detto Gianluigi Venturini, direttore regionale di Intesa Sanpaolo. Nel 2018, escludendo la provincia di Milano e di Monza, l’istituto di credito ha supportato «circa mille imprese del settore: gli operatori, oggi più che mai, devono strutturarsi per competere a livello internazionale» ha sottolineato Venturini. E l’alleanza con la banca diventa elemento essenziale per sostenere gli investimenti. Ecco perché sono nate «linee di finanziamento dedicate», ma anche «un programma filiere» che dovrebbe migliorare le condizioni di accesso al credito, rivolgendosi alle imprese tra loro collegate da rapporti produttivi.
In gioco, a livello nazionale, ci sono cinque miliardi di euro: a tanto ammonta il plafond ministeriale per il cosiddetto «Patto per il turismo 4.0». Il numero di presenze in costante ascesa sul lago di Garda rappresenta una garanzia in più — Sirmione e Limone superano il milione l’anno — e questo rassicura gli istituti che devono concedere prestiti.