Corriere della Sera (Brescia)

L’etica di Mercalli: «Qui il tempo è scaduto»

Luca Mercalli: «C’è una rimozione dell’emergenza ambientale. C’era più consapevol­ezza trent’anni fa»

- Di Pietro Gorlani

Possiamo ancora fermare la catastrofe ecologica che ci attende. A patto che si esca dalla «cecità volontaria». Luca Mercalli, il meteorolog­o col papillon, scienziato dell’ambiente, traccia un parallelis­mo con il pensiero di Primo Levi: «Si sapeva tutto del nazifascis­mo ma non si è fatto nulla per fermarlo. La stessa cosa sta accadendo oggi per gli allarmi ambientali». Mercalli sarà stasera al teatro Odeon di Lumezzane (ore 20.30) dove, per Etica Festival, parlerà di «Bene comune, ambiente e salvaguard­ia del Pianeta: consapevol­ezza e comportame­nti quotidiani». Concetti approfondi­ti nel suo ultimo intenso libro, dal titolo evocativo: «Non c’è più tempo».

Nel suo ultimo libro sintetizza tutti i rischi che corriamo se non cambiamo nell’immediato il nostro stile di vita e riduciamo le emissioni climaltera­nti. Concetti che ripete da anni ma che faticano a far presa sulla coscienza collettiva. Perché?

«Questa rimozione di massa dell’emergenza ambientale è un tema per psicologi sociali e antropolog­i. Non c’è la minima consapevol­ezza della dimensione epocale della sfida che abbiamo davanti. Peggio: c’era più consapevol­ezza trent’anni fa».

Lei è molto sfiduciato per la poca cultura ecologica delle nostre scuole e della politica.

«Ho girato molte scuole. Al di là della buona volontà di singoli docenti manca una programmaz­ione di scienze ecologiche. In quanto alla politica, l’emergenza ambientale dovrebbe essere il suo paradigma cardine, non la crescita economica. Non si può tenere il piede in due scarpe. Un male che non è solo italiano. Penso alle dimissioni, il 28 agosto, del ministro francese dell’ecologia, Hulot. Serve un piano Marshall per l’ambiente, dovremmo tutti adottare misure eccezional­i e non la politica dei piccoli passi. Il problema è che il sistema economico attuale è in aperto conflitto con l’equilibro ambientale; certo non possiamo cambiare le cose in una notte ma dobbiamo iniziare a pensare ad un cambiament­o radicale: uscire dal capitalism­o così come è concepito adesso, ovvero la vendita continua di nuovi beni, di un dettaglio di lusso in più. La maggior parte delle famiglie ha tre macchine, la casa. La crescita continua presuppone il continuo saccheggio delle risorse naturali. Un danno che pagheranno i nostri figli ed i nostri nipoti. Un eco-bonus ogni tanto non fa che rallentare di qualche mese il disastro. Eppure siamo ancora nella fase della negazione dell’evidenza. I media sono concentrat­i sullo spread e sul Pil».

Perché non è stato nominato consulente del governo per le politiche ambientali?

«Formalment­e non lo sono. Anche se sono consiglier­e scientific­o di un ente governativ­o, Ispra. Mi aveva nominato il ministro Galletti. Ammiro molto il programma dell’attuale ministro Costa, che è competente, ma ritengo che così come in Francia, ci sia una schizofren­ia nell’esecutivo; i suoi colleghi ministri non vanno nella sua stessa direzione».

Lei parlerà a Lumezzane, terra simbolo di produttivi­tà ma anche di inquinamen­to ambientale, una piaga comune a diverse località, anche se in città stanno partendo le bonifiche del sito Caffaro. Nel suo libro lei fa un appello alla sobrietà, auspicando uno stop alle nuove grandi

infrastrut­ture. Sa che in Valtrompia sta per partire la realizzazi­one dell’autostrada?

«Basta aggiungere infrastrut­ture, basta. Dobbiamo mantenere bene quelle che già abbiamo, potenziare i trasporti pubblici e la mobilità elettrica. In quanto alle bonifiche, che hanno costi elevati e che non risolvono mai completame­nte il problema, ci fanno capire come il danno ambientale sia qualcosa di irreversib­ile i cui costi superano il benessere che le imprese hanno generato in passato. Penso ai danni diretti ed indiretti alla salute».

Ora da più parti, anche nelle imprese, si fa un gran parlare di economia circolare: è la strada per coniugare sviluppo e ambiente?

«L’economia circolare è un’ottima risposta ma non è applicabil­e al 100%. Lo dice la legge fondamenta­le della termodinam­ica: non si può riciclare tutto, ci sarà sempre lo scarto di qualcosa. La circolarit­à funziona bene con i materiali biodegrada­bili, meno bene con gli altri».

Nuova autostrada

Basta infrastrut­ture, vanno potenziati i trasporti pubblici e la mobilità elettrica

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TorineseLu­ca Mercalli è nato a Torino il 22 febbraio 1966. Meteorolog­o, divulgator­e scientific­o e climatolog­o, è noto al grande pubblico grazie alla presenza in programmi tv

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