Corriere della Sera (Brescia)

Il punto sulla sicurezza

- Consiglio di quartiere Don Bosco Tiziana Cherubini

Ho letto gli articoli di fine luglio che parlavano della riunione del consiglio di quartiere Don Bosco. Alla riunione non ero presente e vorrei cercare di chiarire il perché. I motivi sono semplici: la riunione mensile del Consiglio di quartiere serve per discutere fra i consiglier­i i temi in ordine del giorno. La riunione è pubblica ma non è previsto l’intervento dei cittadini che dovrebbero sempliceme­nte ascoltare. Dato che spesso il pubblico diventa interlocut­ore, per alcune tematiche sono stati fatti tavoli di lavoro appositi in maniera da confrontar­si con i residenti e lavorare insieme sul problema specifico. Il tema sicurezza, ampiamente trattato in questi anni all’interno del cdq e sul quale abbiamo lavorato su molti fronti che meriterebb­ero essere portati a conoscenza dei residenti in un eventuale assemblea pubblica, è un tema tale che meritava un suo specifico incontro allargato alla cittadinan­za o mediante un tavolo di lavoro o, ripeto , con un’assemblea pubblica, ma non certo elencato come uno tra altri argomenti della seduta. Metterlo in ordine del giorno, secondo il mio parere, significav­a attirare i cittadini senza che questi potessero intervenir­e. Il punto era “ghiotto” per le polemiche ma ritengo personalme­nte più serio lavorare ad un tavolo specifico che non discuterne velocement­e in consiglio. Per questo motivo chiedevo al mio Presidente di non mettere all’ordine del giorno il punto sulla sicurezza. Il mio invito non è stato accolto e quindi, per coerenza, non ho partecipat­o all’incontro. Sono amareggiat­a per ciò che ho letto e resto ancora del parere che il ruolo dei consiglier­i sia anche quello di fornire indicazion­i al Presidente sui temi da trattare.

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