L’intervista
Biagio Antonacci: «Il pubblico è la mia energia»
Un successo annunciato, il suo 14simo album della carriera Dediche e Manie (già disco di platino), mentre il tour, iniziato il 2 maggio ad Acireale, ha già registrato il sold out nelle prime 4 date. Biagio Antonacci trasforma in oro tutto quello che fa e sfiora, dalle canzoni ai videoclip, dai concerti all’affetto incondizionato di (soprattutto) donne. E pure il concerto di stasera alle 21 al Palageorge di Montichiari (pochi biglietti rimasti da 35 a 75 euro), si sta avviando verso il pienone. Dopo il grande successo della prima parte del tour e delle due date in Russia, Antonacci è tornato sul palco con il suo Dediche e Manie Tour 2018. Oltre ai nuovi brani contenuti nell’ultimo disco, ripercorrerà la sua carriera cantando i brani più noti del repertorio che l’hanno portato al successo.
Partiamo dai pezzi nuovi, e soprattutto dal curioso singolo Mio fratello, attualmente in rotazione radiofonica e televisiva.
«Sul set del videoclip di Mio fratello mi sono confrontato con dei grandi artisti come Rosario e Giuseppe Fiorello, ed è stato un fortissimo arricchimento, sia personale che professionale. Se poi uniamo la regia di un maestro del cinema come Gabriele Muccino, la magia è fatta».
Perché chiamare Muccino per un video musicale?
«Perché è veramente un grande. Ogni volta che esce un suo film corro al cinema a vederlo e non avrei mai pensato in vita mia che sarei stato diretto da lui: è un onore che porterò con me per sempre. Nel videoclip, poi, c’è un altro bravissimo artista, Mario Incudine, un attore cantante siciliano che ha impreziosito il brano con il suo talento».
Il feeling con il suo pubblico sembra essere rimasto legato da un’alchimia lontana che dura nel tempo.
«Forse perché i veri protagonisti di ogni mio concerto sono la musica e l’integrazione con il mio pubblico. La dimensione live per me è un’esperienza pazzesca, capace di non farmi sentire nessuna fatica. L’energia che ne ricevo è un carburante inesauribile. Mentre comporre e registrare un album è un percorso più intimo, il concerto è un momento della condivisione, l’attimo in cui ciò che hai scritto ed interpretato diventa parte anche di chi viene ad ascoltarti dal vivo. Un concerto deve essere un momento in cui l’artista si pone davanti al proprio pubblico per trascinarlo dentro lo spettacolo». Quali gli ingredienti?
«In ogni tour cerco di proporre il mio repertorio portando delle novità, senza però travolgere la natura di ciò che è nato in un certo modo: spesso preferisco mantenere l’identità dei brani che il pubblico ha imparato ad apprezzare nella forma originale».
Cosa può dirci dei recenti concerti in Russia?
«San Pietroburgo e Mosca sono due città affascinanti. Il pubblico è stato eccezionale, credo che tornerò molto presto ad esibirmi per loro. Ho percepito l’amore che i russi provano per la musica italiana, e per me è stato un segnale importantissimo».