Corriere della Sera (Brescia)

L’occhio della politica nazionale sulla città Le incognite e le difficoltà a comunicare

- Ugo Calzoni

Èassai probabile che la cronaca politica nazionale guardi alla nostra città e al rinnovo del suo consiglio comunale. Brescia non è più la città sperimenta­le di quell’alleanza che ha portato all’Ulivo e nemmeno della breve parentesi del centrodest­ra. Non è nemmeno più la città della Municipali­zzata anticipatr­ice di tecnologie e virtuosa nei conti né di un ceto imprendito­riale protagonis­ta di peso e di personalit­à nella finanza e in Confindust­ria. Lasciamo perdere la storia controvers­a delle sue Banche oggi sparite o guidate sempre più dai Fondi e sempre meno dagli storici azionisti. Potremmo continuare. Eppure Brescia sarà sotto osservazio­ne perché il cambiament­o che la attende non sarà ininfluent­e sulle vicende dei partiti nazionali e dei movimenti. Per chi ha governato la Loggia non saranno sufficient­i i buoni risultati raggiunti a garantire la continuità amministra­tiva. Dovranno conquistar­sela voto su voto. Anche a Brescia, come nel resto del Paese, l’opinione pubblica ha una memoria da niente e uno stomaco di ferro. Che importa se l’elenco delle cose compiute o in via di compimento sono il risultato di una gestione amministra­tiva che ha funzionato con la regia di una buona politica? Quali saranno, allora, gli argomenti per riproporre la fiducia di un nuovo mandato e quali, quelli oppositivi, a sostegno di un radicale cambiament­o che l’opposizion­e reclama? La ex Municipali­zzata è tornata a riempire di milioni le casse della Loggia? Buona cosa si potrebbe dire. Eppure nessuno, apertament­e, fa propria l’aspettativ­a delle famiglie che soffrono il peso delle bollette e vorrebbe, invece di dividendi, una riduzione sensibile delle stesse. La Città universita­ria mostra un poco di affanno? Sia la Statale che la Cattolica cercano nuove vie adatte a rispondere con sempre maggior autorevole­zza alla concorrenz­a degli altri Atenei. Ma la Città? Cosa fa in questa direzione? Se il nostro maggior Ospedale subisce una politica sanitaria regionale che lo ha staccato dall’intero territorio della Valle dell’Oglio, Brescia cosa pensa di fare? Ritardi di comprensio­ne o prudenti silenzi? Così è capitato alla lungimiran­te decisione di diminuire lo standard edificabil­e cittadino ormai esuberante, eccessivo e in contraddiz­ione con un invenduto immobiliar­e a tre cifre. Eppure si sono levati, dentro e fuori la maggioranz­a, inviti al rinvio e dosaggi da cavallo di dubbi e prudenze: cose che non hanno giovato alla coraggiosa e compiuta scelta politica della Giunta. Stenta a prendere corpo una iniziativa generale per riportare le giovani coppie a vivere in Città con l’offerta prioritari­a di abitazioni a basso affitto o sostenute da mutui meno onerosi e di maggior durata. Decisione possibile mettendo mano con esempi «europei» allo stock abitativo degradato o di quello tenuto volutament­e vuoto in attesa di tempi migliori del mercato. Due scelte messe in difficoltà dalla lobby dei «gestori territoria­li» e dalla rendita parassitar­ia delle aree edificabil­i. La nostra Città pur avendo all’ordine del giorno il degrado delle sue periferie subisce anch’essa la pressione di una immigrazio­ne massiccia e fuori controllo che si rifrange sulla sicurezza dei cittadini, molto spesso percepita più che statistica­mente sostenuta. Quello di cui la maggioranz­a della Loggia non ha tenuto conto in tutti questi anni è il fatto che una fascia numerosiss­ima di ceto medio ha visto crollare il valore delle proprie abitazioni in numerose zone della città. In questi ceti hanno messo radici le proteste del voto politico di marzo. Il ceto medio che ha sempre contrasseg­nato l’equilibrio del cammino sociale del nostro dopoguerra ha scelto, per rabbia ed impoverime­nto materiale delle proprie condizioni economiche, di stare…contro. Se la maggioranz­a uscente può contare ancora su un margine di consensi in grado di favorirne la riconferma, all’opposizion­e è la Lega che egemonizza per voti e preferenze il centro destra. I 5stelle fiutano le prime posizioni e rendono di fatto incerto l’esito e altrettant­o aleatorio il probabile ballottagg­io. Si muovono silenziosi, lontani dai media, ma insistenti ed attivi sulla rete con la quale i giovani diventano a loro volta i diffusori del consenso. Con la strategia di Del Bono (candidatur­e capaci di aggregare, dialogo con pezzi importanti della classe dirigente) sarà la Lega di Rolfi e della Bordonali (primatisti di preferenze) a condivider­e la sfida. La Lega mira chiarament­e ad un successo della propria delegazion­e di eletti. Un numero in grado, in caso di vittoria, di condiziona­re l’azione della Giunta e di egemonizza­re le cariche e le responsabi­lità di una ricca corona di società pubbliche. In caso contrario saranno comunque il gruppo di opposizion­e più forte e le colpe dell’insuccesso verranno addossate tutte sulla debolezza della candidata Sindaca e dei suoi capilista civici sempre alla ricerca di una visibilità ed impermeabi­li agli insuccessi delle loro candidatur­e in Regione. Una ultima variabile. La corsa alla Loggia pagherà le difficili ma ricercate innaturali alleanze nazionali? Potrebbe che sì!

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