L’economia e i limiti della crescita
Quando lo strapotere della tecnica si scontra con l’ecologia e la sostenibilità
Le leggi forti che governano il mondo sono senz’altro quelle dell’economia, pervasiva, invasiva, sostitutiva di ogni reale possibilità di scelta politica e quelle della tecnica, che si suppone e la si accetta libera da ogni vincolo, come la scienza, e che ha assunto la stessa dinamica economica: la crescita come paradigma. Non mancano però i segnali della crisi nelle società ricche dal lavoro all’ambiente. Che fare?
Ma quali sono i soggetti che orientano i processi e i progressi di economia e tecnica? Chi definisce i confini e le sfere di influenza dell’umano? Se l’individuo è il solo centro dell’attenzione di economia e tecnica, che fine ha fatto la rete costitutiva dei rapporti umani?
L’umano è sottoposto anche ad altre leggi, quelle dell’ecologia: essa deve prendere un posto di pari dignità rispetto all’economia. Sono le sue regole che alla lunga governano la nostra sopravvivenza, solo che per un paio di secoli ci è parso di poterne fare a meno. Esse sono basate sull’equilibrio e non sulla crescita illimitata. Ma non è forse sull’equilibrio che si reggono i rapporti tra le persone? Non è forse sull’equilibrio che si regge il nostro benessere psicologico? Non è ancora sulla mediazione che si dovrebbe fondare la politica e che si basa la ricerca della pace. Non cerchiamo un equilibrio quando parliamo di mitigazione degli interessi dei più forti con quelli dei più deboli, di perequazione dei vantaggi economici che derivano dal legittimo utilizzo dei beni privati, di utilità pubblica dei beni?
Domani, mercoledì 21 febbraio, l’Accademia cattolica ospiterà il prof. Stefano Pareglio, professore associato all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dove insegna Microeconomia, Macroeconomia ed Economia dell’ambiente e delle fonti energetiche. Il prof. Pareglio è Direttore del Centro di Ricerche sull’ambiente, l’energia e lo sviluppo sostenibile e membro del Consiglio direttivo dell’Alta Scuola per l’ambiente. Un messaggio di speranza può venire anche dall’economia: «Anche le imprese forse iniziano a intuire il bisogno di assumere anche il compito di realizzare prodotti e servizi, impiegando al meglio le risorse per garantire la sostenibilità dei propri processi — sostiene il prof. Pareglio — . Se è, infatti, ormai acquisito che adottare strategie di sostenibilità ha conseguenze positive sulla reputazione nel breve periodo, è allo stesso modo crescente la consapevolezza dei benefici che ne derivano in termini di competitività nel medio periodo e di resilienza nel lungo».
* Rettore dell’Università degli Studi di Brescia
Imprese Adottare strategie di sostenibilità ha effetti positivi sulla reputazione aziendale