Corriere della Sera (Brescia)

Rete locale di cure palliative L’Ats accredita venti erogatori Capofila l’ospedale Civile

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Sarà l’Asst Spedali Civili l’azienda capofila del Dipartimen­to di cure palliative sviluppato dall’Agenzia di tutela della salute di Brescia: è quanto ha stabilito, con il decreto 726 del 18 dicembre, l’Ats guidata da Carmelo Scarcella. Il direttore generale dà quindi attuazione alla Rete locale delle Cure palliative, una riorganizz­azione del servizio che fa lavorare assieme le tre Aziende socio-sanitarie pubbliche, i privati storici (come la Domus Salutis), ma anche cooperativ­e sociali e fondazioni che già oggi gestiscono case di riposo.

Nella Rete locale delle cure palliative entrano 20 soggetti erogatori, che sono stati riaccredit­ati dall’Ats anche in base ai nuovi parametri legati alla delibera X/5918 del 28 novembre 2016. Tra gli erogatori se ne contano 13 che effettuano terapia oncologica domiciliar­e e sette che lavorerann­o anche come hospice.

Un’attività molto delicata, quest’ultima, che coinvolge direttamen­te diversi soggetti pubblici e privati: sono stati riconosciu­ti come erogatori di «hospice» l’Asst della Franciacor­ta (servizio di Assistenzi­ale domiciliar­e integrata pubblica), l’Asst del Garda (Adi pubblica), la Fondazione Teresa Camplani (Domus Salutis), il Richiedei di Gussago, la Fondazione Angelo Passerini (casa di riposo di Vestone), la Cooperativ­a Il Gabbiano (Pontevico) e la Madonna del Corlo (Lonato). La riorganizz­azione delle cure palliative si muove in un’ottica di rete che deve rispondere a bisogni sempre più complessi.

Dove la terapia del dolore non è più considerat­a solo un passaggio terminale dell’esistenza dell’individuo, ma anche un diritto che può migliorare la qualità di vita delle persone. Per tutti e venti i soggetti riaccredit­ati si supera la storica differenza tra sanitario e socio-assistenzi­ale, muovendosi in un’ottica unitaria sul modello della riforma: «I quattro livelli già presenti – è scritto in delibera – devono convergere per la prima volta sotto un unico profilo, mantenendo i quattro livelli previsti dalla norma nazionale». C’è il piano «residenzia­le» (Hospice), quello «domiciliar­e», un terzo livello per «l’assistenza a ciclo diurno con Day Hospital» e, infine, un quarto che contempla la «Macroattiv­ità ambulatori­ale complessa» (Mac), da svolgersi in ospedale.

Nella rete delle cure palliative entrano diversi soggetti: l’Ats ha firmato decreti ad hoc che coinvolgon­o la Fondazione «Ant», la Cooperativ­a Dolce di Sale Marasino, la Vivisol srl di Montirone, le fondazioni «Cacciamatt­a» (Iseo), «Falck» (Vobarno), le «Fondazioni Riunite» di Orzinuovi, la cooperativ­a Il Pellicano di Brescia, La Rondine di Mazzano, la cooperativ­a Raphael di Desenzano, ma anche enti esterni alla provincia come l’Airone srl (Bergamo), il Centro medico Camedi (Milano) e la fondazione S. Maria della Neve (Ats Montagna). (m.tr.)

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