La sfida di Jury «Un album tutto mio»
Capello spettinato con finta negligenza, orecchino nero come unico vezzo, anfibio d’ordinanza: a volte ritornano in grande stile. L’ex diamante grezzo addomesticato da Simona Ventura ha l’X Factor intatto: oggi esce Emerald Lullabies, il nuovo album di Jury. Il cantautore, che dopo il talent si era convertito a un pop-funk molto radiofonico, stasera (alle 20) sale sul palco del Sant’Afra per raccontare «un disco istintivo, pensato con l’anima e scritto col cuore. Non ho voluto limitarmi in niente: è il primo album tutto mio. Ci ho lavorato in modo naturale senza collaborazioni e senza girare da uno studio di registrazione all’altro». In bilico tra folk e baroque pop, con qualche sfumatura crepuscolare, Emeral Lullabies è un viaggio al termine della notte. In inglese, per la prima volta: «Ascolto musica internazionale da quando sono nato - dice Jury -: mio padre organizzava concerti blues in provincia, ho sempre cantato in inglese». Tra un singolo e un sogno americano (qualche tempo fa aveva registrato ai Germano Studios, luogo di culto a Manhattan) il diamante si è sgrezzato: ha aperto concerti a qualche semi-dio. «John Legend mi ha ringraziato sul palco, non capita mai. E poi ho conosciuto i Jamiroquai: fa un certo effetto suonare per loro dopo aver visto tanti live da ragazzo, J-Kay è uno dei musicisti più carismatici che abbia incontrato». X factor lo segue ancora: «Quest’anno hanno vinto i Soul System, un gruppo che canta in inglese e ha avuto modo di suonare dal vivo in trasmissione. Avessi potuto farlo, avrei dato molto di più». (a.tr.)