Arazzi in mostra, si riparte
La Fondazione non ha ancora abbandonato il progetto di esporre al Crociera la corposa collezione ricevuta dal finanziere Zaleski. Una ventina di capolavori saranno in mostra dal 23 marzo a Venezia a Cà d’Oro in «Serenissime trame»
Ritorna in pista il progetto della fondazione Tassara: aprire un museo degli arazzi (donati dal finanziere Zaleski) alla Crociera di San Luca.
Il bando per la Crociera di San Luca è andato al tappeto lo scorso marzo (i preventivi erano troppo onerosi), ma le brescianissime trame non si sono ancora interrotte: il progetto del museo del tappeto non è finito nel cestino. La fondazione Tassara «punta sul prossimo biennio per concretizzare questo importante arricchimento del patrimonio artistico per la comunità»: calpesterete l’arte (in senso lato).
Dalla fondazione Tassara di Breno, che ha ricevuto in dono i 1.350 pezzi della collezione Zaleski, la più completa al mondo, a patto che fossero esposti al pubblico, fanno sapere che resta «immutata la volontà di collaborazione con la città»: si sono solo dilatati i tempi, ma con la Loggia i contatti proseguono. Intanto, hanno fissato la vernice di una mostra alla Cà d’Oro di Venezia: dal 23 marzo, la data dell’inaugurazione, al 23 luglio saranno esposte le «Serenissime trame». In laguna, arriveranno una ventina di tappeti della collezione del banchiere Romain Zaleski e tre pezzi della raccolta di Giorgio Franchetti (mecenate e fondatore del museo veneziano): saranno confrontati con dipinti italiani, soprattutto veneti, dalla metà del Quattrocento alla metà del Cinquecento. Hanno tessuto una collaborazione importante, cui ne seguiranno altre che potranno portare contatti anche a Brescia, se l’idea del museo alla Crociera di San Luca dovesse riuscire a concretizzarsi: la Tassara rende noto che «l’imminente presentazione alla Ca’ d’Oro - importante museo nato proprio dalla passione di un collezionista - di una selezione di 25 tappeti antichissimi, capolavori assoluti, rappresenta in parallelo l’obiettivo della fondazione di creare per il futuro un percorso di rapporti con i più importanti musei sia italiani che internazionali», potrebbe «concretizzarsi in tour espositivi e nuovi progetti condivisi».
Nell’ex ospedale di via Cavallotti, con il placet della Soprintendenza, sono già stati fatti diversi sopralluoghi: a firmare il progetto del museo dovrebbe essere Stefano Rabolli Pansera, architetto bresciano (vive a Londra) già Leone d’Oro alla Biennale di Venezia con il padiglione dell’Angola (in città, oltre ad aver allestito mostre al Mo.Ca. all’epoca di Expo, ha curato il Laboratorio Lanzani di via Milano). L’idea in qualche riga: sale espositive, laboratori multimediali e video che spieghino le origini e la lavorazione degli arazzi.
A Venezia è arrivata solo una piccola parte della collezione Zaleski: un nucleo di rarissimi tappeti fatti nel Quattrocento e nel Cinquecento, che rappresentano alcune tra le più prestigiose e richieste tipologie arrivate in laguna dall’Oriente: tessuti colorati, intrecci complessi dalla carica simbolica e tessuti preziosissimi. Tra i pezzi esposti nella mostra curata da Claudia Cremonini con Moshe Tabibnia, proprietario dell’omonima galleria milanese specializzata in tappeti, e Giovanni Valagussa, conservatore della pinacoteca Carrara di Bergamo, un «Holbein» del ‘400 di cinque metri per due e mezzo, un damaschino siriano del ‘500 e tappeti persiani dello stesso periodo annodati in lana e metalli preziosi. Potrebbero arrivare a Brescia: la fondazione Tassara non ha ancora rinunciato alla Crociera di San Luca.