Treni e ritardi, diario di un incubo
Un mese ad annotarsi i viaggi sulla Bergamo-Milano via Carnate. Ecco il risultato
Martedì 15 settembre: «Sono arrivato a Milano con 40 minuti di ritardo per via di un guasto». 26 settembre: «Martedì e giovedì hanno soppresso il treno delle 7.05, dopo l’annuncio ho preso l’auto». 17 ottobre: «Mi sono beccato 45 minuti di ritardo sul treno delle 20 per via dei ritardi a cascata, incroci e scuse varie». Un mese di ritardi dei treni sulla linea BergamoMilano via Carnate.
Problemi d’affollamento nelle carrozze, che s’intersecano alla paura legata al contagio da coronavirus, e criticità quotidiane sono appuntate in un diario «tragicomico», come lo definisce il pendolare bergamasco che lo ha scritto. «Gli episodi si sono realmente verificati — spiega Stefano Lorenzi, portavoce a livello regionale del comitato pendolari —. La situazione sulla linea è inaccettabile. Con le modifiche agli orari dall’inizio delle scuole è anche peggiorata». La riapertura dei binari del San Michele, a Calusco il 14 settembre, ha ricongiunto la linea ferroviaria, archiviato i cambi con le navette e il ricorso ai bus sostitutivi che per due anni, durante il cantiere di Rfi, hanno fatto la spola da Brivio. «Pensavamo che i problemi fossero finiti — continua Lorenzi —, invece, Trenord in accordo con la Regione ha accorciato le tratte». Negli orari di punta i treni «di rinforzo» viaggiano solo fra Milano e Terno: «Chi deve arrivare fino a Bergamo non può prendere il treno per Terno, così se c’è un ritardo aspetta anche due ore», aggiunge Lorenzi. «A Trenord conviene mantenere questa situazione ibrida — si legge nel diario —, così risparmia sul numero di treni. Questa “soluzione” crea instabilità alla linea e penalizza i viaggiatori da Ponte San Pietro e Bergamo che si trovano con un treno all’ora, al netto delle soppressioni frequenti».
Trenord respinge le critiche: «È inaccettabile quanto sostenuto dall’autore del diario». La società che gestisce il servizio ferroviario, invece, chiama in causa la capacità limitata della Bergamo-Carnate che è a binario semplice, le interferenze reciproche con i convogli diretti a Lecco nella tratta di Ponte San Pietro, le stazioni di incrocio senza sottopasso e senza possibilità di effettuare ingressi in contemporanea. «Da quando è stata attivata la fermata di Bergamo ospedale — continua la nota di Trenord — la situazione della puntualità è peggiorata: la percorrenza della tratta si è allungata di 3 minuti. Avevamo messo in guardia dei rischi in assenza del raddoppio dei binari o almeno di interventi tecnologici». Per quanto riguarda il materiale rotabile, la società puntualizza: «Dobbiamo utilizzare i treni vecchi, la linea non è adatta al transito di quelli nuovi acquistati dalla Regione. La linea Bergamo-Carnate non ha linee e stazioni attrezzate a sopportare un servizio di elevata frequenza».
E se Trenord, nel merito delle misure anti-Covid, garantisce di aver aumentato i posti del 7% e di tenere i viaggiatori costantemente aggiornati sulla capienza delle carrozze attraverso l’app, secondo i pendolari rimangono delle criticità: «I distributori di gel igienizzante non si sono ancora visti — dice Stefano Lorenzi —, mancano i controlli dei capotreni che dovrebbero vigilare su mascherine e distanziamento, e i treni soprattutto in caso di ritardo si riempiono oltre misura».
La replica di Trenord «La linea non supporta un servizio ad elevata frequenza e non è adatta ai treni nuovi»