Discriminazioni di genere La battaglia di Orlando
Si svolgerà dal 5 all’8 novembre il secondo atto di «Orlando», festival che persegue un focus preciso: cercare di cambiare le mentalità alla base delle discriminazioni di genere. Dopo una prima parte performativa, ad agosto, è la volta del cinema. All’Auditorium di piazza Libertà si vedranno gli otto film in programma, tutte anteprime bergamasche.
«Le incertezze del periodo hanno reso le disuguaglianze di genere ancora più evidenti, come dimostra l’indagine statistica Rainbow Europe 2020 di Ilga che, a maggio, segnala nel contesto politico e sociale un arretramento sulle tematiche lgbt — afferma il direttore artistico Mauro Danesi —. In Italia siamo al 35esimo posto su 49 Paesi analizzati in quanto a tutela di diritti. La situazione negli anni è peggiorata, tanto più ora che l’attenzione è concentrata sull’emergenza sanitaria». Al centro della cronaca c’è anche il dibattito sull’esibizione di Placido Domingo che, il 19 novembre, inaugurerà il Donizetti Opera e il teatro dopo il restauro, contestata da NonUnaDiMeno per le accuse di molestie sessuali rivolte al baritono spagnolo. «Guardo dall’esterno e vedo una vicenda complessa, poco lineare, ho scelto di partecipare al dibattito insieme a Francesco
Micheli e al movimento femminista, al momento non posso prendere una posizione netta — dice Danesi —. L’auspicio è che l’incontro possa aprire una discussione più ampia». L’argomento delle molestie è affrontato dal film che sarà presentato nella prima serata, il 5 novembre, alle 20.30, «#Female Pleasure» di Barbara Miller: narra, in cinque Paesi dai diversi contesti culturali, cinque storie di oppressione e altrettante risolute eroine che si battono contro le brutalità del patriarcato. Seguirà una conversazione via Skype con la regista.
In apertura, il corto «In her shoes» di Maria Iovine che cerca di riscrivere il ruolo della donna nella società con un’inversione di ruoli. La sera dopo sarà la volta dell’argentino «Margen de Error» di Liliana Paolinelli e del cinese «A dog barking at the moon» di Xiang Zi sugli imprevisti dell’amore in tarda età. Il 7 novembre, saranno proiettati il film argentino «Fin de siglo» di Lucio Castro che racconta la vita di coppia nelle sue sfaccettature e contraddittorietà e lo svizzero «Madame» di Stéphane Riethauser sulla costruzione sociale della maschilità e della femminilità. L’8 si assisterà a «Toomas Beneath the Valley of the Wild Wolves» della cartonist estone Chintis Lundgren, in collaborazione con Bergamo Film Meeting, e dopo a «And then we danced» di Levan Akin, regista svedese che tratta il potere del desiderio.
Alla Porta di Sant’Agostino, sempre l’8, alle 18, «Abracadabra. Incantesimi di Mario Mieli [Studio #2]», di e con Irene Serini, rievocherà lo spirito del filosofo, poeta e attore. Laboratorio «Quale razza», all’Ink Club, il 7, dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18, a cura di Chiara Cremaschi, insieme all’Integrazione Film Festival. L’ 8, alle 10, in Auditorium, «Isole. Approdi per soli corpi» con Silvia Briozzo e Barbara Boiocchi dedicato alle over 60 insieme a Danza Estate.
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«Le incertezze del periodo hanno reso le disuguaglianze ancora più evidenti»
Il direttore Danesi
«Domingo al Donizetti Opera? Spero si possa aprire una discussione più ampia»