Corriere della Sera (Bergamo)

Rava al Lazzaretto «Il mio jazz a sorpresa»

Enrico Rava domani sera al Lazzaretto alla guida della Special Edition «Dalla ripresa mi hanno proposto molti concerti e li ho accettati tutti. Lo faccio per i giovani»

- Di Luigi Radassao

Dopo l’esordio di luglio, l’edizione estiva di Bergamo Jazz ritorna a occupare il palcosceni­co del Lazzaretto, domani alle 21, per il secondo dei due appuntamen­ti in programma. Enrico Rava, il più internazio­nale dei jazzisti italiani, si esibirà alla guida della Special Edition, formazione costituita­si lo scorso anno in occasione dell’ottantesim­o compleanno del trombettis­ta torinese.

Rava, come ha vissuto questo isolamento?

«Richiuso in casa per la paura. Ma ho letto tantissimo, ho suonato e ho mangiato benissimo, grazie a mia moglie. Nel mio guscio mi trovo a mio agio».

A gennaio si era detto preoccupat­o per questa Italia, addirittur­a sollevato dal non avere oggi dei figli. Il confinamen­to le ha fatto cambiare idea?

«Nient’affatto: continuo a vedere incapacità e ignoranza assai diffuse. Non è che sia proprio angosciato, mi avvicino ormai alla fine del mio cammino, ma la situazione è davvero preoccupan­te. Come potrà gestire i fondi che ci arriverann­o dall’Europa un tizio che parla di millenaria democrazia francese e di Pinochet, dittatore del Venezuela?».

E che cosa pensa degli Stati Uniti, dove ha vissuto per oltre dieci anni?

«Una situazione ancora peggiore; così come in Brasile. Da noi, quanto meno, errori così grossi non sono stati compiuti, anche se qui a Chiavari vedo un sacco di gente che non usa le mascherine. La cosa positiva è che prima del Covid ero certo della rielezione di Trump, mentre ora non ne sono più così sicuro. Durante il confinamen­to ho riletto I Promessi Sposi e in quella peste c’era già tutto: negazionis­ti, complottis­ti, sottovalut­azioni. Trovo davvero pazzesche le uscite di personaggi come Bocelli e Sgarbi, che culturalme­nte stimo e ammiro. Ha ragione il presidente Mattarella, l’unica persona in cui nutro estrema fiducia: la nostra libertà non è quella d’infettare gli altri».

Che formazione è la Special Edition con cui arriva a Bergamo?

«Un ensemble a geometria variabile che unisce i miei due gruppi principali. A Bergamo ne faranno parte Francesco Bearzatti al tenore, Francesco Diodati alla chitarra, Giovanni Guidi al pianoforte, Gabriele Evangelist­a al contrabbas­so ed Enrico Morello alla batteria. Alcuni dei musicisti, giovani e giovanissi­mi, più interessan­ti che ci sono in Italia, non solo side-man straordina­ri, ma leader di primo piano. Non mi esibisco in pubblico dal 24 marzo e sono molto contento di riprendere, anche se le condizioni in cui ci troveremo a suonare non saranno certo ideali: platea lontana e distanziat­a, nessuna possibilit­à d’abbracciar­e gli altri musicisti, né di avvicinare il pubblico. Non so se mi piacerà, ma alla mia età posso sempre decidere di rinunciare. Sono invece preoccupat­o per i giovani, perché loro non possono farne a meno e non sappiamo se questa incertezza durerà settimane, mesi o anni. Dalla ripresa mi hanno proposto molti concerti e li ho accettati tutti, anche per loro».

Che cosa ascolterem­o al Lazzaretto?

«Le mie composizio­ni, che nascono dalla profonda condivisio­ne che questi musicisti riescono a darmi. Strumentis­ti eccezional­i, ma anche artisti che sanno ascoltare e reagire a ciò che sentono. Abbiamo la stessa visione della musica e con loro posso fare qualunque cosa. Ogni concerto è un unicum, una composizio­ne estemporan­ea di continue sorprese. E sorprender­mi è ciò per cui ancora continuo a suonare».

Emergenza

«Durante il lockdown sono rimasto chiuso a casa per la paura. Ho letto tantissimo, ho suonato e mangiato benissimo, grazie a mia moglie»

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 ??  ?? Icona Enrico Rava, 80 anni, è uno dei jazzisti italiani con più riconoscim­enti a livello internazio­nale
Icona Enrico Rava, 80 anni, è uno dei jazzisti italiani con più riconoscim­enti a livello internazio­nale

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