Da Bolle a Gritti Menù a domicilio e galline selvagge
Mentre si intravede la riapertura con modalità certamente penalizzanti per i gestori ma per nulla incoraggianti nemmeno per gli avventori — ma ve la immaginate una tavola asettica e priva di convivialità? — è andato ampliandosi e non di poco il gruppo dei ristoratori che effettuano servizio a domicilio.
Ce n’è veramente per tutti i gusti e per tutte le tasche, dagli stellati (Brughiera a Villa d’Almè e Saraceno a Cavernago, ultimi arrivi) alle pizzerie, dalle trattorie agli agriturismo (Polisena a Pontida con lo chef Ezio Gritti inizia questo weekend). In tutti prevale la consapevolezza che prima di un business sia un modo per rimanere attivi, per offrire un servizio al fine di non perdere il contatto con la clientela più affezionata. E c’è anche chi ha unito le forze per garantire una scelta più ampia ed articolata, come hanno fatto ad esempio il ristorante Bolle di Lallio (cucina contemporanea e coraggiosa firmata dallo chef Filippo Cammarata) con il Carroponte di Bergamo (cantina super fornita con oltre 2000 etichette scelte dal patron Oscar Mazzoleni).
Un elenco ormai lunghissimo, cui si aggiungono anche altri protagonisti della filiera agroalimentare, dalle aziende agricole alle cantine, dalle gastronomie ai negozi specializzati. Scegliamo due storie di delivery che ci sembrano particolarmente significative, vuoi per l’originalità, vuoi perché i protagonisti sono imprenditori «novelli» del settore. Juri Ambrosioni ha da poco rilevato in città quello che un tempo era conosciuto come il Bar Duse alla Rotonda dei Mille. Affiancandolo alla sua precedente attività del centro benessere lo ha battezzato in continuità Wellness Cafè. Proposta coerente, centrata sulla ricerca della salute alimentare. «Che potevamo fare con la chiusura forzata di entrambe le attività? Abbiamo dato vita alla colazione green consegnata a domicilio a partire dalle 6.30 del mattino in bicicletta per non inquinare ma anche per non far rumore. Offriamo quattro opzioni a 10 euro consegna in città compresa, tutte corredate di caffetteria o centrifughe: dolce con i pancakes; salata con i toast a base di panettone gastronomico; vegana con avocado, pane ai cereali e guacamole fresco; proteica con le uova strapazzate. Le richieste sono aumentate giorno dopo giorno, ed attualmente stiamo consegnando praticante fino all’ora di pranzo».
A proposito di uova la seconda storia è tutta incentrata sull’alimento che Gualtiero Marchesi definiva perfetto per natura. Marco Rossi e Alessandro Carrara hanno dato vita all’inizio di febbraio a «Le Selvagge», allevamento di galline ovaiole lasciate libere di razzolare nei boschi di Lonno, frazione di Nembro. «Era un’idea — racconta Marco Rossi — che mi frullava nella testa da tempo: produrre uova di qualità, da galline allevate allo stato brado alimentate con mangimi di qualità ma anche libere di beccare a terra. Sono riuscito a realizzarla grazie al contributo di Alessandro e ad altri soci finanziatori che hanno creduto nel progetto. Alla metà di marzo, in pieno lockdown, le nostre livornesi (è la razza di gallina dalla piuma bianca come le uova, ndr) alimentate con mangimi di alta qualità ma soprattutto libere hanno iniziato la produzione».
La produzione viaggia a meraviglia. «In breve — prosegue Rossi — siamo arrivati a raccogliere giornalmente quasi un migliaio di uova. Grazie al tam tam tra conoscenti, alcuni contatti presi con artigiani che lavorano prodotti con uova fresche, ed alcune attività di consegna della spesa a domicilio, siamo molto soddisfatti del riscontro: ad oggi riusciamo già a vendere direttamente circa la metà della nostre uova». Nonostante l’inizio in salita, dunque, l’idea sembra più che vincente.