«Plagiata e violentata». Lui assolto
Il fatto non sussiste. Processo lungo e pm cambiato: scontro tra parte civile e difesa
«Il fatto non sussiste»: a cinque anni dalla prima querela è arrivata l’assoluzione con formula piena per Maurizio Tomaselli, 51 anni, imprenditore di Ranica, accusato di violenza sessuale da una donna di 34 anni di Bergamo con cui ha sempre sostenuto di aver avuto una relazione. Una vicenda caratterizzata anche dal cambio del pubblico ministero, dopo il trasferimento a Cagliari di Gianluigi Dettori (che aveva curato tutta l’inchiesta) e le conclusioni in aula del collega Paolo Mandurino, che ha però smontato la deposizione della parte offesa e chiesto l’assoluzione. Critico, dopo il verdetto, l’intervento dell’avvocato di parte civile Barbara Mancini, di Milano: «È inaccettabile che dopo oltre due anni di processo, durante il quale sono state raccolte prove inoppugnabili dei reati contestati, a causa delle lungaggini poste strumentalmente in essere dalla difesa dell’imputato, il pm Gianluigi Dettori, che aveva seguito l’intero processo, sia stato sostituito, e il pm subentrato
La ricostruzione Il racconto della parte offesa ritenuto «poco credibile» in udienza dalla stessa Procura
solo in fase di conclusioni abbia chiesto e ottenuto l’assoluzione, per una persona peraltro già condannata dal tribunale di Bergamo nel 2018 per truffa». «Non c’è stata nessuna manovra strumentale da parte nostra — commenta invece l’avvocato Giacomo Maj, legale di Tomaselli —. E spero non ci si riferisca alla necessità di sentire una serie di testimoni, un nostro diritto. Siamo stati giudicati da persone serie, competenti e attente. La sentenza ha reso giustizia, ma restano i cinque anni passati dalla querela a oggi: un’ingiustizia».
Prima che scattassero le accuse probabilmente tra la trentaquattrenne e Tomaselli una frequentazione c’era stata. La donna aveva querelato l’imprenditore, in un primo momento, per ragioni patrimoniali, sostenendo per esempio di essere stata truffata da lui con la costituzione di una società per l’organizzazione di eventi, a sua insaputa. Ma i commercialisti chiamati a testimoniare hanno spiegato in aula che lei era spesso con Tomaselli agli appuntamenti per ragionare sulla nuova attività. Era poi arrivata la querela per violenza sessuale: la trentaquattrenne ha sostenuto di essere stata plagiata, anche tramite la somministrazione di psicofarmaci, e di aver subìto più episodi di violenza sessuale. Tomaselli, secondo la querela e i capi d’accusa formulati dal pm Dettori, aveva anche agito sotto mentite spoglie, inventandosi la figura del medico Peter Roncalli, che inviava messaggi alla donna per convincerla di essere malata: le cure dovevano passare attraverso una serie di rapporti sessuali con Tomaselli, che avrebbe assunto farmaci poco prima grazie a una flebo. È stato però il sostituto procuratore Paolo Mandurino, nella penultima udienza, a ritenere «poco credibile» e caratterizzata da «contraddizioni insanabili», la deposizione della parte offesa, chiedendo quindi l’assoluzione per l’imputato. Che è arrivata ieri.