Il rigore di Barrow contro la traversa è la metafora del paradosso della Dea
Nel 1970 il premio Nobel Peter Handke scrisse «La paura del portiere prima del calcio di rigore», un giallo su un portiere di calcio che è anche un assassino. Nelle pagine finali Handke descrive l’angoscia dell’estremo difensore che si appresta a subire un penalty. «L’attaccante pensa che io mi butterò a destra. E allora mi butto a sinistra... Però forse anche lui sta pensando quello che penso io e quindi mi butterò davvero a destra. Però forse anche lui fa lo stesso pensiero e quindi...». E così via all’infinito, in una chiara metafora della condizione di incertezza della vita. Letterariamente ineccepibile, solo che Handke sbagliava ruolo. Chi ha veramente paura prima di un calcio di rigore è chi lo tira — non il portiere, a cui nessuno rimprovererà di non averlo parato. Solo l’attaccante può sbagliare. E noi, all’Atalanta, ne sappiamo qualcosa. Alzi la mano chi — quando ha visto Barrow avvicinarsi al dischetto — non ha toccato ferro o qualcos’altro. E infatti... È curioso che da quando c’è Gasperini i rigori siano diventati una specie di tabù. Oltre al povero Musa ne hanno sbagliati in serie Gomez, Ilicic e Zapata. L’anno scorso ne abbiamo segnato solo il 50%. A Copenaghen è dal dischetto che ci siamo giocati la qualificazione... Gli unici a tirarli con sicurezza sono Muriel e Malinovskyi, ma purtroppo spesso non sono in campo quando serve. Peraltro, l’errore di Barrow non è nemmeno stato decisivo. In vantaggio ci siamo andati comunque e la partita l’avevamo in mano. È lì che gli errori dal dischetto diventano metafora di un paradosso tipicament e nerazzurro. Giochiamo bene, realizziamo tanto, vinciamo molto — ma lasciamo per strada partite che sembrano assolutamente nostre. Ci manca la freddezza che le uccide, quella del rigorista che non sbaglia. Siamo lì, con la palla sul dischetto, a un passo dalla vittoria e invece di metterla semplicemente dentro cominciamo a pensare come i personaggi di Handke. Poi finisce che i punti a casa li portano gli altri — meno poetici, ma molto più pratici.
Mentalità Manca la freddezza che uccide, quella del rigorista che non sbaglia